STORIA DI UN UOMO PAGATO PER LICENZIARE
"Tra le nuvole", diretto nel 2009 dal canadese Jason Reitman, (regista dell'acclamato "Juno", Oscar 2008 alla migliore sceneggiatura originale), è stato candidato a sei Oscar e ha vinto un Golden Globe per la sceneggiatura. Il soggetto è tratto dall’omonimo romanzo dello scrittore americano Walter Kirn.
George Clooney è Ryan Bingham, dongiovanni e cinico
manager, "taglia-teste" di professione, sempre in aereo, in viaggio notte e
giorno, per lavoro, libero come l'aria, nessun amore, solo avventure di una notte. La sua missione: licenziare, licenziare, licenziare.
Ryan è pagato a peso d'oro per tagliare, sfoltire, ridurre il personale delle aziende. Una filosofia della “leggerezza” che diventa freddo stile di vita: nessun peso, nessun legame, un bagaglio ridotto all’osso, Ryan è un maestro nell'arte del preparare la valigia. Parola d’ordine: meno hai, meglio stai. Sforbiciare, appunto. In ufficio, innanzitutto. E alla svelta. Un colloquio (rapido, molto rapido) un sorriso teso, (forse) una stretta di mano, un libretto d’istruzioni, due, tre parole, come zucchero per mandar giù la pillola. Tragedia è opportunità, grandi cose nascono dalle macerie, il vincitore è un perdente che, caduto al tappeto, non si è arreso: sono i ritornelli che Ryan ripete gelido a uomini e donne messi alla porta senza preavviso, una pacca sulla spalla e tanti saluti - per interpretare la parte dei lavoratori cacciati in tronco, sono state scelte persone che hanno vissuto il dramma del licenziamento sulla propria pelle.
George Clooney è in stato di grazia, e il film che può sembrare una commedia spensierata, in realtà è molto di più: ci fa vedere cosa succede quando tutto, ma proprio tutto, nella vita, non ha un peso.
©micolgraziano
Ryan è pagato a peso d'oro per tagliare, sfoltire, ridurre il personale delle aziende. Una filosofia della “leggerezza” che diventa freddo stile di vita: nessun peso, nessun legame, un bagaglio ridotto all’osso, Ryan è un maestro nell'arte del preparare la valigia. Parola d’ordine: meno hai, meglio stai. Sforbiciare, appunto. In ufficio, innanzitutto. E alla svelta. Un colloquio (rapido, molto rapido) un sorriso teso, (forse) una stretta di mano, un libretto d’istruzioni, due, tre parole, come zucchero per mandar giù la pillola. Tragedia è opportunità, grandi cose nascono dalle macerie, il vincitore è un perdente che, caduto al tappeto, non si è arreso: sono i ritornelli che Ryan ripete gelido a uomini e donne messi alla porta senza preavviso, una pacca sulla spalla e tanti saluti - per interpretare la parte dei lavoratori cacciati in tronco, sono state scelte persone che hanno vissuto il dramma del licenziamento sulla propria pelle.
George Clooney è in stato di grazia, e il film che può sembrare una commedia spensierata, in realtà è molto di più: ci fa vedere cosa succede quando tutto, ma proprio tutto, nella vita, non ha un peso.
©micolgraziano
Commenti
Posta un commento