"Green Book", storia di un'amicizia


Viggo Mortensen


QUANDO L'AMICIZIA È FORTE FORTE

Una storia che ricorderete per sempre

Preparatevi a un viaggio nell'America più profonda

Dopo aver visto "Green Book" vi verrà voglia di chiamare il vostro miglior amico. 

Dietro la macchina da presa c'è Peter Farrelly (anche sceneggiatore), che ha scritto e diretto, insieme al fratello Bobby, “Tutti pazzi per Mary” (1998) commedia inserita dall'American Film Institute nella lista delle "migliori cento" del cinema statunitense.  

"Green Book" è stato un successo di critica e di pubblico, e si è aggiudicato tre Golden Globe, e tre Oscar: miglior film, miglior sceneggiatura, miglior attore non protagonista a Mahershala Ali - che nel 2016, si era fatto notare in tutto il mondo, grazie al ruolo di Juan nell’acclamato "Moonlight" (per quella performance Ali aveva vinto la sua prima statuetta).

Di cosa parla "Green Book?" Siamo in America, nel 1962, sono gli anni della segregazione razziale e questo libro verde - che dà il titolo al film - è una guida di viaggio, all'epoca pensata per gli afroamericani: lì, tra quelle pagine, trovavano gli indirizzi di tutti quei ristoranti e alberghi, di tutti quei locali aperti ai clienti non bianchi. 

Al centro di "Green Book" c'è il viaggio, viaggio come scoperta di sé e dell'altro; come incontro con ciò che è diverso da noi, viaggio che diventa trasformazione, crescita e conoscenza.

I fatti sono realmente accaduti: Viggo Mortensen è Tony Lip Vallelonga (il figlio Nick è uno degli sceneggiatori del film), buttafuori italoamericano, e autista del pianista afroamericano Don Shirley

Tra i due, profondamente diversi, nasce, giorno dopo giorno, un sincero sentimento di amicizia, dopo un primo approccio non facile - si studiano con sospetto e non si piacciono granché -, perché Vallelonga è un uomo ruspante dai modi spicci, Don Shirley è invece pacato, raffinatissimo e colto. Ma in un lungo percorso a tappe, in auto, di città in città, attraverso l'America più profonda, capiranno di avere in comune molto di più di quel che immaginavano.

Curiosità: Igor Stravinsky (1882-1971) stimava molto Don Shirley e di lui disse:"Il suo virtuosismo è degno di Dio"


©micolgraziano

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