Film leggendari: "L'angelo azzurro" (1930)

 

Marlene Dietrich in una scena de "L'angelo azzurro"



LOLA LOLA CHE FACEVA INNAMORARE TUTTI



"Impari a togliere il cappello 
quando entra nel mio camerino"
(Lola Lola, "L'angelo azzurro")

"Non ho mai preso sul serio la mia carriera", parola di Marlene Dietrich. Eppure, dopo "L'Angelo azzurro", la Dietrich, divenne una star, una diva dell'Olimpo di Hollywood. L'American Film Institute l'ha inserita al nono posto tra le più grandi attrici della storia del cinema. Ernest Hemingway ne parlava così: "Se la Dietrich non avesse nient'altro che la voce potrebbe spezzarti il cuore. Ma ha anche un corpo stupendo e il volto di una bellezza senza tempo". Il regista Josef von Sternberg ne rimase folgorato. La scelse dopo averla notata in un cabaret di Berlino. La ritenne perfetta perché aveva un'aria annoiata e stanca; un modo di fare che calzava a pennello col personaggio del film. Personaggio che è, appunto, la cinica Lola Lola, ballerina, cantante, sogno proibito, divoratrice di uomini, vestita con cappelli (cilindro), calze e giarrettiera, look ispirato ai disegni del pittore belga dell'Ottocento Félicien Rops. A proposito del film la Dietrich in seguito disse: "Pensavo che tutto quello che stavamo facendo fosse orribile". Certo, per quell'epoca, il soggetto era audace e anche il modo di rappresentarlo. Tra la Dietrich e Josef von Sternberg ci fu una storia d'amore, un sodalizio sentimentale e artistico. Insieme fecero sette film, tra cui "Marocco", "Shanghai Express" e "L'imperatrice Caterina", pellicola affascinante e complessa. "L'angelo azzurro" è altrettanto magnetico. Bellezza merito di dialoghi freschi e spregiudicati, di una sceneggiatura solida (liberamente ispirata a un romanzo di Heinrich Mann, fratello del grande Thomas), di attori di altissimo profilo come il meraviglioso Emil Jannings. Jannings veste i panni del professor Rath, uomo goffo e impacciato. Un insegnante di ginnasio bacchettone (fustigatore di cattivi costumi) che, da temuto intellettuale, rispettato da tutti nella cittadina in cui vive, finisce in disgrazia dopo il matrimonio con la conturbante Lola Lola. Viene cacciato dalla scuola, resta senza un quattrino ed è costretto a vivere coi soldi di Lola e della sua compagnia di giro. Ridicolizzato sul palcoscenico: durante un numero, vestito da clown, gli vengono rotte le uova in faccia e deve imitare il verso del gallo urlando chicchirichì. Un epilogo drammatico e una storia che racconta i lati oscuri dell'essere umano. Memorabili, infine, le canzoni: "Ich bin die fesche Lola" (sono l'affascinante Lola) e "Ich bin von Kopf bis Fuß auf Liebe eingestellt" (dalla testa ai piedi son fatta per l'amore).

©micolgraziano

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