"Saxofone" di Renato Pozzetto - Storia surreale in una Milano anni '70


Mariangela Melato e Renato Pozzetto

“Saxofone”, davvero un peccato perderla questa graziosa commedia surreale (poetica e spontanea) ambientata in una splendida Milano anni Settanta. Il soggetto è di Enzo Jannacci (anche le musiche). Renato Pozzetto, interprete e regista (coautore della sceneggiatura), è affiancato da un super cast che comprende Mariangela Melato, Teo Teocoli, Massimo Boldi, Cochi Ponzoni, Diego Abatantuono. Di momenti memorabili ce ne sono tanti. Il protagonista si chiama Sax e, come suggerisce il nome, suona il sassofono, in strada (e sempre lo stesso brano). È un tipo solitario, bighellone, stravagante (pratica il salto con l'asta con i pali dei cantieri), vaga da mattina a sera per le vie della città, vestito sempre alla stessa maniera, con sé una grossa valigia dove, oltre allo strumento, conserva di tutto un po’. Un giorno, dopo uno strampalato incontro (quasi onirico) con un prete eccentrico (che poi come in un film dell'orrore finisce schiacciato sotto una macchina), incontra Fiorenza, bella donna dell’alta borghesia, sigaretta sempre accesa, sguardo malinconico, ricca e insoddisfatta, stufa di soldi, circoli di tennis e yacht. Fiorenza seppur sposata s’invaghisce del misterioso Sax, libero e fuori dagli schemi. Lei inizia a corteggiarlo e lo segue ovunque. Lo invita pure a una festa per fargli conoscere i suoi amici ma il povero Sax viene cacciato da alcuni ospiti in malo modo. Comunque, Sax non sembra interessato al corteggiamento dell'intraprendente Fiorenza, anzi la respinge. Insieme, però, i due trascorrono parecchio tempo: in un bar latteria decadente, in un’officina gestita da un ragazzino imprenditore dal piglio deciso (i bambini qui sono fortissimi e si comportano da grandi), un pranzo in una trattoria zeppa di tipi bizzarri, un giro in canotto solcando le acque di una grande piscina, una strana avventura in un ospedale, una merenda vicino al mare che mare non è. Insomma, la storia è piena di vicende fantasiose e così diversa da quel che si vede di solito. Il finale è a sorpresa e ribalta ogni cosa. Il tono visionario è il sigillo di "Saxofone", commedia da riscoprire. Disponibile su RaiPlay

©micolgraziano

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