"La casa del sorriso" (1991) di Marco Ferreri - Passione e desiderio a 70 anni

 

Marco Ferreri

LA CASA DEL SORRISO
l'eros nella terza età

“La casa del sorriso”: al solito irriverente e destabilizzante il cinema di Marco Ferreri. I suoi film sconvolgono, accendono dibattiti, lasciano emozioni che restano per sempre. Oggi non si vedono più pellicole tanto coraggiose nel panorama italiano. Ferreri, autore unico e controverso, capace di scardinare tabù. In questo film, il cineasta milanese ci parla dell'amore e del sesso nella terza età: la relazione tra due vecchietti di una casa di riposo genera scandalo tra gli ospiti della struttura, e anche la direzione non vede di buon occhio i due amanti. Protagonisti: la splendida Ingrid Thulin ("Sussurri e grida") e il nobile Dado Ruspoli.  Nel cast anche Enzo Cannavale in un piccolo incisivo ruolo. La pellicola vinse l'Orso d'Oro a Berlino. 

Riviera Romagnola. Adelina (Ingrid Thulin) viene confinata dalla cinica nuora in una casa di riposo. L'anziana resta senza un soldo perché la donna, che vuole rastrellare milioni, si affretta a farle vendere ogni bene. Adelina un tempo è stata una bella donna, vincitrice anche del titolo di Miss Sorriso. Le è rimasta una certa vanità ed è una delle donne più desiderate dai mandrilli ospiti della casa, uomini scalpitanti, sempre in fermento, bramosi di avventure impossibili. Adelina viene accalappiata, a bicchierate di Vov, dal dandy Andrea (Dado Ruspoli), maestro di musica, suonatore di chitarra araba. Adelina e Andrea intrecciano una relazione e cercano con assiduità spazi per consumare il loro amore. Con la complicità di una comunità africana, che vive nei paraggi della residenza, si appartano in una roulotte dipinta come un'anguria. Lì si abbandonano alla passione. Il legame genera scandalo e chiacchiere a non finire. A mensa si parla solo di loro. Adelina e Andrea stanno sulla bocca degli infermieri (rappresentati come scorbutici e indolenti), e dell'eccentrica direttrice che non approva la spregiudicatezza dell'arzilla coppietta. Un giorno allora tutti insieme meditano un perfido piano: rubano la dentiera di Miss Sorriso. Un episodio che distruggerà psicologicamente Adelina. Il dandy Andrea è sposato, la moglie si trova in un'altra ala della struttura dove vengono assistite persone allettate: Andrea chiederà alla moglie di prestare la dentiera ad Adelina.

Marco Ferreri
La sceneggiatura alterna momenti di poesia a scene di crudeltà. I personaggi sono quasi tutti opportunisti e cattivi. E una battuta racchiude tutto il film, una battuta che spiega che i vecchi non sono buoni per niente. Ne "La casa del sorriso" vediamo vecchi che corrono dietro alle gonnelle giovani di fantomatiche dame di compagnia, troviamo infermiere pigre e maleducate, nauseate di pulire il sedere agli altri (il termine usato nella scena è meno elegante...), infermiere che a un certo momento lasceranno il lavoro per spogliarsi in tv. Stringe il cuore il modo in cui gli anziani vengono maltrattati: persone che un tempo hanno ricoperto ruoli di prestigio ridotte a stracci, bistrattate e derise. Esemplare, a questo proposito, la povera preside, costretta a mangiare il pane gettato a terra. Sono immagini forti. Un pugno nello stomaco anche la grottesca dentiera di Miss Sorriso che, a gengive nude, si sente persa e ridicola tanto da andare in giro con un velo sul volto. Senza denti non riesce neanche ad amare il suo Andrea, che tenta di incoraggiarla e le regala una protesi carnevalesca con canini da Dracula. Andrea, che appare così premuroso, e che poi alla fine, ripiegherà su carne fresca, e farà volentieri a meno dei ripugnanti canini appuntiti della bionda lady. Mentre lei, Miss Sorriso, sfreccerà per altri lidi. Verso la libertà. O forse verso una morte serena. 
Un film che graffia l'anima. Da vedere. Al momento è disponibile su Prime VideoCuriosità: le riprese si sono svolte nell'ex colonia marina "Le Navi", a Cattolica

©micolgraziano 

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