IL TITOLO DEL FILM È "BLONDE"
DAL ROMANZO DI JOYCE CAROL OATES
Era il 5 agosto 1962. Marilyn aveva 36 anni, appena compiuti, festeggiati sul set del suo ultimo film:"Something's got to give", diretto da George Cukor, e mai completato. Fu trovata senza vita, in camera da letto, una mano verso il telefono, a chiedere aiuto, era a casa, a Brentwood, sobborgo di Los Angeles, nella villa acquistata da poco e neanche il tempo di arredarla. Quella notte d'estate è ancora avvolta nel mistero, qualcuno parla di sicari, complotti, cimici e telefoni sotto controllo; la bibliografia fitta, le ipotesi svariate. La versione ufficiale dice: probabile suicidio dovuto a un'overdose di barbiturici. Nell’ultima intervista rilasciata pochi giorni prima di morire, al giornalista Richard Meryman, Marilyn si sfogava: "Il successo è un peso. E l'industria cinematografica è come una madre il cui figlio viene investito da un'auto, e lei, anziché abbracciarlo, lo picchia perché si è fatto investire. Pensano di essere più potenti se ti calpestano e ti trattano male. Io l'ho sperimentato. Ma non c'è solo quello. Il successo se ne andrà, e addio successo! Però potrò dire d'averlo conosciuto".
Prossimamente su di lei uscirà un biopic, distribuito da Netflix, e diretto da Andrew Dominik: la pellicola si basa sul romanzo omonimo della scrittrice Joyce Carol Oates. Nei panni di Marilyn ci sarà Ana de Armas.
©micolgraziano
(Nelle foto Marilyn nel suo ultimo film "Something's got to give")
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