"Martha" (1974) di Rainer Werner Fassbinder



Rainer Werner Fassbinder


"MARTHA", IL CINEMA TRASGRESSIVO DI FASSBINDER


Fece molto discutere, "Martha" di Rainer Werner Fassbinder, e non solo per la trama: un dramma con punte di horror psicologico sui rapporti tra moglie e marito. 

"MARTHA", CONTROVERSIE
Il regista tedesco venne accusato di plagio per la somiglianza tra questa pellicola e la storia "For the Rest of her Life" che parla di una donna che sposa un uomo sadico e violento. L'autore dell'opera è lo scrittore americano Cornell Woolrich, considerato l'Edgar Allan Poe del Novecento. Ad ogni modo, Fassbinder affermò di aver scritto la sceneggiatura in modo del tutto autonomo e di non essersi ispirato al libro. Il film restò dimenticato per vent'anni e venne riproposto nel 1994 al Festival del Cinema di Venezia. 

"MARTHA", FAMIGLIA COME TORMENTO E ABUSO
Martha, giovane, fragile, affascinante, lavora come bibliotecaria a Costanza, in Germania, ed è molto legata ai genitori. La sua vita, apparentemente tranquilla, muta improvvisamente quando il padre muore d'infarto e la madre si rifugia nell'alcool e nei farmaci. Senza punti di riferimento, e in cerca di felicità, Martha accetta la corte di un uomo ricco e potente che la sposerà conducendola, però, in un baratro oscuro e orribile. Vittima del sadismo del marito, conoscerà l'immobilità e la follia.

"MARTHA", IL RUOLO DEL CATTIVO
L'attore che interpreta il marito di Martha è Karlheinz Böhm, che tutti noi abbiamo conosciuto in altre vesti, quelle dell'imperatore Francesco Giuseppe, nelle pellicole storico romantiche dedicate a Sissi. Böhm, per questo insopportabile ruolo di cattivo in "Martha", venne aspramente criticato dal pubblico. 

Fassbinder firma, anche stavolta, un capolavoro; un dramma sui rapporti familiari, che lascia nel cuore dello spettatore una ferita di dolore.

©micolgraziano

PS. Se cercate un horror psicologico, ve ne consiglio uno parecchio interessante, scritto e diretto da Roberto De Feo, il titolo è "The Nest - Il Nido", presentato al Festival del Cinema di Locarno 2019.


Commenti