"The Lodge" (2019) - Horror di Veronika Franz e Severin Fiala

 

Riley Keough

THE LODGE 

Dopo l'applaudito "Goodnight Mommy" (2014), gli austriaci Veronika Franz e Severin Fiala (rispettivamente zia e nipote) tornano alla regia con "The Lodge" (2019), horror psicologico che indaga i lati oscuri e tenebrosi della mente. Presentato al Sundance è stato accolto bene dalla critica. Franz e Fiala sono oggi fra gli autori  più interessanti del genere "terrore", proprio come gli americani Ari Aster ("Midsommar"), Jordan Peele ("Noi") e Robert Eggers ("The Lighthouse"). 

Un freddo glaciale e uno chalet sperduto in mezzo al nulla: scenario perfetto per una storia claustrofobica che toglie il sonno. La vicenda si svolge nel periodo natalizio. Due ragazzini sono costretti (in realtà loro si sentono costretti, nei fatti si tratta di una vacanza di svago...) a stare nella casa di montagna, per qualche giorno, insieme all'odiata matrigna, in attesa che arrivi il loro papà, andato via per lavoro. 

La matrigna, che si chiama Grace (una perfetta Riley Keough), è una donna fragile dal passato oscuro, costretta a imbottirsi di pillole per cancellare l'orrore dalla mente: suo padre era a capo di un inquietante gruppo religioso finito nelle pagine di cronaca nera. Il rapporto, come accennavo sopra, tra lei e i due bambini è pessimo, essi la detestano anche perché credono sia responsabile del suicidio della loro mamma (la donna si spara un colpo di pistola quando scopre che l'ex marito ha intenzione di sposarsi con Grace).

Nella residenza di montagna, Grace è in preda di continui attacchi di panico, scatenati dagli oggetti che arredano la casa. A spaventarla è soprattutto la riproduzione dell'Annunciata, celebre dipinto dell'artista del Quattrocento Antonello da Messina. Gli equilibri tra Grace e i figli del compagno sono precari e dopo una notte trascorsa tutti insieme davanti alla tv (guardano l'horror di John Carpenter "La cosa") la casa diventa teatro di accadimenti inquietanti che conducono nel peggiore degli abissi. 

I registi Franz e Fiala mantengono alta la tensione senza ricorrere a elementi splatter. Niente mostri, né strane creature, né fiumi di sangue. È la follia che trasfigura ogni cosa. Gli eventi sono avvolti da un'aura di mistero. Il confine tra fantastico e reale è sottile. L'inquadratura di un cagnolino innocente annuncia catastrofi. Così come un pupazzetto di Babbo Natale assume un significato sinistro, grazie ad una regia sapiente. La fotografia è opera di Thimios Bakatakis, che ha più volte collaborato con il regista greco Yorgos Lanthimos.

Oltre a una strepitosa Riley Keough, nel cast troviamo: Jaeden Martell ("It", "St. Vincent", "Cena con delitto"), Lia McHugh ("Eternals"). Poi: Richard Armitage ("Lo Hobbit") e in un brevissimo ruolo Alicia Silverstone (ve la ricordate in "Ragazze a Beverly Hills"?). 

©micolgraziano

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