"Lo sceicco bianco" (1952) di Federico Fellini

Alberto Sordi



Dopo una regia a quattro mani con Alberto Lattuada nel '50, Federico Fellini dirige il suo primo film,"Lo sceicco bianco" (1952). Sceneggiatura di Fellini, Tullio Pinelli ed Ennio Flaiano. Nel cast un indimenticabile Alberto Sordi, è lui che interpreta lo "sceicco" del titolo, un divo dei fotoromanzi che fa impazzire le donne.

Il fotoromanzo è cinema, è fumetto. Conosceva bene, Fellini, entrambi i generi e così il fotoromanzo diventa materia per un film, "Lo sceicco bianco", che smonta, con ironia, il mondo patinato dei divi dell'epoca. Star è lo Sceicco, tante lettrici in estasi per lui, in realtà, nel privato, si manifesta uomo sgradevole, avventuriero ruspante e bugiardo, succube d'una moglie gelosa. Rivoli (è questo il nome dello Sceicco) fa innamorare ingenue ragazze come Wanda (Brunella Bovo), fresca sposina, già stufa del marito, e ossessionata dallo Sceicco. Wanda, arrivata a Roma, col novello consorte, pianta in asso il coniuge, senza dire né a né u: deve raggiungere il set dello Sceicco, brama per conoscerlo, dopo che tra i due è intercorsa una fitta, romantica, corrispondenza. Wanda vuole realizzare il suo grande sogno, ma la morale è chiara: la felicità esiste solo nell'immaginazione, niente è più orribile d'un sogno che si spezza: lo Sceicco è un mascalzone e Wanda ci resta tanto male che precipita nella disperazione.   


Alberto Sordi
Ci sono, in questa pellicola, tutti gli ingredienti felliniani: la favola, il sogno, la satira. La caricatura: pensiamo a quegli occhi sgranati di Leopoldo Trieste. E c'è Cabiria, che ha il volto di Giuletta Masina. Cabiria che diventerà, nel '57, la protagonista del celebre film. 


Leopoldo Trieste

Trieste, prima d'iniziare la carriera d'attore, era un intellettuale e drammaturgo, raccontò di aver incontrato Fellini a Roma, nel '49, sotto la Galleria Colonna (diventata in seguito Galleria Sordi), ai tempi, luogo di ritrovo degli artisti di varietà. Fellini volle Leopoldo Trieste ne "Lo Sceicco Bianco" perché aveva colto in lui un'irresistibile vena comica. E comica e paradossale è tutta la vicenda del film: un marito piantato in asso dalla giovane mogliettina, fanciulla timida e ingenua che scappa di nascosto per incontrare l'uomo del desiderio: il divo dei fotoromanzi, lo sceicco bianco alias Fernando Rivoli...


©micolgraziano

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