"Lo scapolo" (1955) commedia di Antonio Pietrangeli

Alberto Sordi

PAOLO, LO SCAPOLO DONGIOVANNI

"Lo scapolo", commedia diretta da Antonio Pietrangeli, che l'ha sceneggiata insieme a Ettore Scola, Ruggero Maccari, Alessandro Continenza. Nel cast troviamo in piccoli ruoli Sandra Milo, Nino Manfredi e una frizzante Abbe Lane. Sordi è protagonista assoluto e regala momenti indimenticabili.

Alberto Sordi è Paolo, un giovanotto romano, dongiovanni, cinico, bugiardo e un po' gagà. Ama la bella vita, le cene; alla soglia dei quarant'anni a sposarsi non ci pensa proprio. Ha un'agenda ben nutrita di nomi di pulzelle e se ne vanta. Dalla gente è considerato un tipo "serio", con "una posizione" - tutti lo chiamano "dottore", eppure una laurea Paolo non l'ha mai presa, anzi è piuttosto ignorante e tale vuole restare. Memorabile la sua risposta quando gli chiedono qual è il nome del poeta Petrarca.

Alberto Sordi

Paolo, codardo e opportunista, è inoltre un maschilista, incallito: le mogli, a suo dire, devono stirare a puntino i colletti delle camicie, corteggerà così una tintora, salvo poi piantarla in asso, svignandosela quatto quatto, complice un bus affollato. Paolo vive a Roma, ma è nato in campagna, "fuori porta", da una madre ruspante che sogna per lui un futuro solido di matrimonio e famiglia, perché la morale della storia è che nella vita bisogna sistemarsi e guai a chi resta "scapolo" o "zitella", come è chiamata la sorella di Paolo. "Lo scapolo" è, quindi, una commedia agra che racconta vizi e bassezze. Si ride inevitabilmente, per la forza magnifica di Sordi che risulta amabile anche nei panni di personaggi sgradevoli. Un classico imperdibile con un attore straordinario che ha segnato la storia del cinema italiano. 

©micolgraziano

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