"CREED", IL RITORNO DI ROCKY, LA LEGGENDA
"Toro scatenato" con Robert De Niro, "Million Dollar Baby" di Clint Eastwood, "Cinderella Man" con Russell Crowe, "The Fighter" con Mark Wahlberg e Christian Bale: i film sulla boxe hanno sempre appassionato gli spettatori di tutto il mondo. E che dire della saga del mitico Rocky Balboa? C'è un qualcosa che rende queste storie irresistibili; sarà forse l'invito a non mollare? A migliorare sempre se stessi? Saranno gli occhi da tigre dei campioni? (Dimenticavo: nella lista non posso non inserire lo struggente "The Wrestler", Leone d'oro a Venezia, con un Mickey Rourke in stato di grazia che ha ricevuto una candidatura all'Oscar. Anche se lo sport lì è il wrestling).
In "Creed", Stallone pugile leggendario torna in veste di allenatore e mentore. A sferrare pugni sul ring non c'è più Rocky ma un giovanotto tenace, figlio del mitico Apollo Creed. Il ragazzo si chiama Adonis e vuole seguire le orme del padre. Adonis lascia un lavoro ben retribuito in giacca e cravatta per rincorrere il sogno della boxe. Rocky è ormai un tranquillo quasi settantenne, prossimo alla pensione, che a Filadelfia gestisce un ristorante. Ma vista la tenacia Balboa accetta la sfida: allenare il ragazzo per portarlo in vetta.
Adonis ha il volto di Michael B. Jordan, grande talento e perfetto nella parte. L'attore, molto sportivo, non ha avuto una controfigura e si è allenato duramente prima di girare, seguendo una dieta ferrea per un anno. Risultato? Un corpo statuario e ventiquattro chili di muscoli. Il regista è Ryan Coogler, autore anche della sceneggiatura. Lo stesso Coogler che qualche anno più tardi ha diretto l'applaudito "Black Panther", che si è aggiudicato tre Oscar (anche qui Michael B. Jordan nel cast). Curiosità: "Creed" è il primo film della saga di Rocky che non è stato scritto da Sly.
Stallone, per questo grande ritorno in "Creed", ha ricevuto una nomination all'Oscar e ha vinto un Golden Globe. Alla premiazione, ha ricordato un "compagno di viaggio" molto speciale: voglio ringraziare Rocky Balboa, il migliore amico immaginario che io abbia mai avuto. E sicuramente, Rocky, è stato anche l'amico immaginario di tanti bambini (io compresa, ragazzina degli anni Ottanta) che hanno visto migliaia di volte i film di Rocky in cassetta e in tv, imparando le battute a memoria.
©micolgraziano
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