Docufilm: Jim Marshall, il fotografo della musica

 

Docufilm: Jim Marshall, il fotografo della musica




JIM MARSHALL: LE SUE FOTO TRA ARTE, 

MUSICA E POESIA 


Splendido documentario su Jim Marshall, celebre fotografo della musica, autore di scatti leggendari tra gli anni Sessanta e Settanta. Ha immortalato Janis Joplin, Jimi Hendrix, Bob Dylan, i Rolling Stones, i Beatles e tutte le più grandi star del rock. Ma anche del jazz come Thelonious Monk, John Coltrane e Miles Davis. Sua l'iconica foto di Johnny Cash che mostra il dito medio. Marshall ha scattato più di un milione di foto, durante la sua carriera. 


"Le mie fotografie sono i miei figli"


Cari lettori, dopo le commedie dei giorni scorsi (la loro leggerezza si sposa bene con il periodo estivo), oggi vi raccomando un imperdibile documentario, che potete vedere, al momento, su Prime Video. Il titolo è: "Show me the picture: the story of Jim Marshall". Si tratta, appunto, della storia (la vita, il lavoro) di uno dei più grandi fotografi di sempre: l'americano Jim Marshall (1936 - 2010), colui che ha immortalato un'era (quella della generazione peace and love) e i miti della musica; era presente, per esempio, al Monterey Pop Festival (1967) e al Festival di Woodstock (1969). Nato a Chicago, Marshall è vissuto a San Francisco, città della Summer of Love, nel quartiere Haight c'erano nomi grossi: Janis Joplin, i Jefferson Airplane, i Grateful Dead. 

Le foto di Marshall erano vere, intime. Conquistava la fiducia degli artisti che si concedevano senza filtri alle sue adorate Leica. Ecco allora Bob Dylan che una domenica mattina del 1963 passeggia con gli amici (Dave van Ronk e sua moglie) e la fidanzata lungo le strade del Greenwich Village a New York, oppure Dylan che trovata una gomma d'auto la fa rotolare sul marciapiede come un bambino curioso. Oppure Janis Joplin: sdraiata sul divano con una bottiglia di Southern Comfort in mano o seduta sulla Porsche psichedelica a San Francisco nel 1968. O ancora: Miles Davis mentre si allena sul ring, in una palestra di San Francisco, nel 1971. La lista è ben nutrita: John Coltrane pensieroso come un filosofo, Jimi Hendrix che dà fuoco alla chitarra, Jim Morrison che aspira una sigaretta con uno sguardo indimenticabile. 

Uno come Jim non si è più visto. Nessuno gli si avvicina neanche lontanamente, dice di Marshall il suo amico e collega Bruce Talamon (che ha raccontato con le sue foto gli anni d'oro del funk e dell'R&B). Marshall osservava tutto, era curioso, viscerale; nelle sue foto non c'è trucco, né finzione; come un reporter, scattava ciò che vedeva: semplicemente. Scavava nell'animo alla ricerca della verità, dell'essenza. Fotografava, però, solo ciò che lo attraeva.

Marshall, oltre alle macchine fotografiche, amava le automobili e le pistole e furono proprio le armi a portargli guai con la giustizia. Ebbe anche problemi con la cocaina, quando si drogava si chiudeva in casa e non voleva vedere nessuno, come racconta la sua storica assistente nel documentario. Da ragazzino ritagliava immagini di macchine fotografiche e le incollava su un album, scrivendoci il prezzo a matita. Era sempre con la Leica al collo, anzi ne portava addosso anche più di una.

Tra le testimonianze, nel documentario, quella di Michael Douglas. Marshall gli scattò delle foto negli anni Settanta durante le riprese della serie tv "Le strade di San Francisco"

Jim Marshall è morto nel sonno, a 74 anni, al W Hotel di New York. Si trovava in città per una mostra personale e un libro da presentare. 


©micolgraziano

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