"Blue Jay" - Quando l'amore ritorna...



"Blue Jay"



Amanda e Jim da giovani si sono giurati (invano) amore eterno. Un giorno, ormai quarantenni, Amanda e Jim s'incontrano per caso; al supermercato. Dopo un iniziale (evidente) imbarazzo (e una serie di come stai? io bene e tu?), fanno un giro e comprano birra e caramelle, in ricordo dei vecchi (bei) tempi. Passano la giornata insieme, a casa di lui. Una casa (che sta per essere ristrutturata) piena di ricordi: magliette che Jim indossava quando andava a scuola, fotografie, diari, lettere mai spedite, nastri registrati. Rivivono momenti gioiosi della loro relazione. Ascoltano la loro canzone preferita (No more "I love you's" di Annie Lennox). Ballano. Cantano a squarciagola. Guardano le stelle. Il lungo viaggio nella memoria li rende vulnerabili; confusi. Amanda confessa che soffre di depressione. Lascia intendere che il suo non è un matrimonio felice. D'un tratto riaffiora l'antica passione. Ma le cose non possono essere come allora. O forse sì. Noi (spettatori) non lo sapremo mai. Possiamo solo immaginarlo...

Sarah Paulson e Mark Duplass sono una coppia formidabile. La Paulson è magnetica. Tangibile l'intesa tra i due. Soprattutto se pensiamo che i dialoghi sono stati in gran parte improvvisati. "Blue Jay" (2016) si nutre della bravura dei due interpreti. La sceneggiatura sarebbe perfetta per una pièce teatrale. La particolare fotografia (è stato girato in bianco e nero) aggiunge romanticismo e un'affascinante malinconia. La storia scava nei rimpianti e ci fa riflettere sulle seconde possibilità. 

"Blue Jay" è un ottimo esempio di cinema indie, autentico e potente. La regia è di Alex Lehmann con cui Duplass ha girato anche l'interessante "Paddleton". 

©micolgraziano

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