"The Dead " di John Huston. Dal racconto di James Joyce

John Huston omaggia uno dei racconti più celebri di James Joyce: "I morti", contenuto in "Gente di Dublino" (1914). La pellicola è amata dai critici; tra questi: Roger Ebert e Steven Schneider


John Huston



"The Dead" (1987) è l'ultimo film di John Huston (morì proprio quell'anno), regista fra i più importanti di Hollywood (ricordate "Il mistero del falco" e "Il tesoro della Sierra Madre"?). Per questa pellicola tratta da Joyce, Huston si avvale della collaborazione dei propri figli: Tony, che si occupò del copione e Anjelica, attrice protagonista. Venne presentato fuori concorso alla Mostra del Cinema di Venezia e si guadagnò due candidature agli Oscar (categorie: costumi, sceneggiatura non originale). 

La storia è ambientata a Dublino, nel 1904. È il giorno dell'Epifania e, come tradizione, le anziane sorelle Morkan con la giovane nipote organizzano nella loro casa borghese (dalla bell'aria accogliente) un ricevimento con musica (al pianoforte), danza e banchetto a base di oca e pudding. Tra gli invitati ci sono Gretta (Anjelica Huston) e il marito Gabriel (Donald McCann), nipote delle padrone di casa. L'atmosfera gioiosa è attraversata da malinconia latente, da una certa tristezza causata dalla scomparsa dei valori del passato, che appaiono non più di moda, e dalla perdita dei cari. E proprio attorno a ciò ruota il discorso solenne di Gabriel durante la cena. Si esalta inoltre l'ospitalità irlandese. 

Ma chi sono "i morti" del titolo? Essi sono evocati da Gabriel quando, terminata la festa, si trova in albergo con la moglie Gretta. Gretta gli confessa un ricordo segreto e gli parla del dolore provato per la perdita di un antico amore, un giovane morto per lei. Un racconto che sconvolge Gabriel e lo getta nello sconforto mentre, attraverso i vetri della stanza, osserva la neve che cade copiosa; Gabriel prende atto del fallimento del suo matrimonio, comprende d'aver vissuto senza fuoco, senza passione. È vivo ma è come se non lo fosse. E il gelo dell'inverno lo sente fin dentro il cuore.  

Huston sceglie un cast strepitoso. L'impianto è teatrale e tutto ha un fascino speciale: strade innevate e carrozze che vanno; uomini e donne in pompa magna. I dialoghi sono un piacere. Soprattutto quando a tavola si discute di lirica, teatro, melodramma e Verdi. E anche della bravura del tenore Enrico Caruso (a cui Lucio Dalla dedicò la mitica canzone). 

©micolgraziano

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