Florida. Una tempesta sta per abbattersi sulle città, impietosa e crudele. L'uragano avanza potente. Haley (una perfetta Kaya Scodelario) è una campionessa di nuoto (atleta grintosa) che a bordo di un'auto di grossa cilindrata sfida i divieti per raggiungere il padre del quale non ha notizie da giorni (il loro rapporto non è rose e fiori). Lo trova intrappolato nello scantinato della casa, uno spazio oscuro e inquietante, affollato di topi e insetti, allagato (l'acqua avanza lentamente, fino a coprire la gola) e invaso da feroci, giganti alligatori. I due restano lì per ore ostaggio di questi rettili implacabili, pronti a sbranare. Un incubo. Per salvarsi la pelle Haley e Dave Keller hanno solo una possibilità: combattere come guerrieri con unghie e denti; ma anche concretamente con pale, spranghe, cacciaviti e così via. A lottare per sopravvivere c'è anche il cane Sugar, shaggy terrier dallo sguardo irresistibile. Una storia horror che sa di letteratura fantastica ma non troppo. Fuori dalla finzione, gli alligatori in Florida sono numerosi. Le cronache, talvolta, ci raccontano, di alligatori che si arrampicano, entrano nelle case, che spuntano, brivido!, in cucina, o in piscina. Inoltre leggende metropolitane raccontano di alligatori che vivono nelle fogne di New York, storie che si sono diffuse intorno al 1920. "Crawl" non è un film sui mostri ma ingigantisce, tramite la fantasia, delle situazioni che potrebbero accadere: trovarsi faccia a faccia con un mastodontico rettile corazzato. Non manca qualche citazione gustosa per i cinefili, il riferimento è "Jaws" ("Lo squalo"): a un certo punto vediamo un piccolo squalo di plastica che ingoia un corpo umano. I titoli di coda sono accompagnati dal rock and roll anni Cinquanta di "See You Later, Alligator", brano frizzante cantato da Bill Haley insieme ai Comets.
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