"Pieces of a Woman" (2020) di Kornél Mundruczó

 

Vanessa Kirby


“PIECES OF A WOMAN”, DOLORE CHE SPEZZA

"She smelled like an apple"

Martha, la protagonista di "
Pieces of a Woman", mangia mele, le annusa, le accarezza, le contempla; ne pianta i semi. Attende di veder crescere un albero rigoglioso. È così che Martha resta attaccata alla vita. Così cerca di cancellare una tragedia: la morte di sua figlia, appena nata. Un dolore lacerante. Una sofferenza che definisce la distanza tra lei e Sean, il partner; l'uomo che sua madre non ha mai potuto sopportare perché poco colto. Il regista ungherese firma un film crudo, sincero, minimale. Un racconto senza reticenze. Soprattutto nei primi venti minuti in cui assistiamo a un parto in casa e tutto è così realistico da lasciare a bocca aperta. Vanessa Kirby grazie a questo ruolo ha ottenuto il plauso della critica internazionale, ha vinto la Coppa Volpi a Venezia e si è guadagnata una nomination agli Oscar. Notevole è anche il resto del cast: Shia LaBeouf che interpreta il rude Sean, un uomo che perde ogni certezza e si rifugia nel sesso e nella droga; poi, a dare il volto alla madre di Martha, c'è una carismatica Ellen Burstyn (guardatela in "Alice non abita più qui") che in scena riempie lo schermo, magnetica in un monologo che lascia il segno. Un film sulla perdita che tocca anche le corde del legal thriller (c'è un processo all'ostetrica) per poi sfumare in una dimensione fiabesca. Prodotto da Martin Scorsese, lo trovate su Netflix. Vi consiglio anche “Una moglie” di John Cassavetes.

©micolgraziano

Commenti