Da “Rocky” a "He Got Game", da “Cinderella Man” a “Lassù qualcuno mi ama”, fino a “The Blind Side” (la lista è davvero lunga...), il cinema ha raccontato imprese avvincenti di atleti; di campioni tenaci, mossi da spirito di sacrificio. Per il suo nuovo film, il regista piemontese Roberto Gasparro (premiato al 74esimo Festival di Salerno) ha scelto proprio di partire dallo sport; precisamente: dal ciclismo. Intrecciando la passione al sogno. Protagonista della storia è un ragazzo col chiodo fisso della bici. Il titolo della pellicola è “Stessi battiti” (uscirà nel 2022); al centro della trama v'è appunto un diciassettenne, di nome Federico, che vuol diventare un Bartali, un Coppi; una leggenda. Il cinema di Gasparro ci parla di favole a lieto fine, di racconti, alla Frank Capra, ricchi di magia, racconti che si concludono nel migliore dei modi e fanno tirare un sospiro di sollievo anche a chi vede tutto nero. Sul sito internet di Gasparro campeggia una frase: “lasciamo aperte le porte all’impossibile”. Roberto Gasparro, quando spiega l'origine di "Stessi battiti" (girato in Piemonte, nel Canavese) è un fiume in piena, e svela con entusiasmo la sua filosofia: nella vita mai mollare; come centrare gli obiettivi? Insistere, insistere, insistere, all’infinito ("volli, e volli sempre, e fortissimamente volli", scriveva Vittorio Alfieri), perseverare in maniera ottusa, evitando di cedere alle frustrazioni: mai lasciarsi vincere dalla feroce realtà delle porte sbattute in faccia, è il messaggio. Caparbio è certamente il protagonista di “Stessi battiti” che, seppur tra mille difficoltà, tira dritto, si rimbocca le maniche, lavora sodo per comprarsi una bella bicicletta da corsa e allenarsi senza sosta. Nell’attesa che esca il nuovo film di Gasparro, se amate il ciclismo potete guardare “All American Boys” (1979) di Peter Yates o “Il vincitore” (1985) di John Badham.
©micolgraziano
Grazie Micol!
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