"Full Time - Al cento per cento" (2021) con Laure Calamy

 

Full Time


"Full Time" - Al cento per cento", la vita frenetica di oggi 

"Full Time - Al cento per cento" è stato presentato a Venezia78, nella sezione Orizzonti, ed ha vinto due premi: Miglior regia e Miglior interpretazione femminile. L'attrice protagonista è la bravissima Laure Calamy , nota per la serie tv "Chiami il mio agente!" (in Italia trasmessa da Netflix). 

Full Time
Davvero un bel film, “Full Time - Al cento per cento”. Una sceneggiatura asciutta, ben scritta, emozionante. Arriva al cuore. Un cast di valore. Protagonista della storia un’eroina quotidiana, Julie, interpretata da un’eccellente Laure Calamy, attrice di spessore, capace di passare dal comico al drammatico con estrema naturalezza. 

"FULL TIME" TRAMA: Julie ha una vita frenetica; è una donna divorziata. L'ex marito, assente e menefreghista, non le versa gli alimenti. Irreperibile, non risponde neppure al telefono. Julie ha due bambini. Laureata. Lavora però in un albergo, a cinque stelle, dove svolge mansioni di capo cameriera. Un lavoro duro, fisico. Impegnativo.  

Julie non abita in città. Ogni giorno, dalla campagna, deve raggiungere Parigi in treno. Il viaggio è snervante. Julie ha un mutuo da pagare e il conto in rosso. Nella sua vita non c’è un attimo di tregua. Il ritmo del film è concitato, quasi fosse una pellicola d’azione o un thriller. La colonna sonora racconta alla perfezione la stressante quotidianità della protagonista. La macchina da presa sta addosso al personaggio, a Julie, e si muove nervosa perché questa donna ci viene mostrata proprio nel momento della tempesta perfetta: una marea di problemi da risolvere tutti insieme. Gli unici momenti di quiete di Julie sono quelli in cui, per qualche ora, chiude gli occhi, distesa sul letto, di notte. La primissima scena (d'impatto) ce la presenta così. 

Full time - Al cento per cento
Sta cercando un altro impiego, Julie. Ne vorrebbe uno gratificante. Riesce ad ottenere un colloquio. Ma in quei giorni la Francia è bloccata a causa di uno sciopero nazionale. I trasporti vanno a singhiozzo. Raggiungere Parigi è un’odissea. Benché lei si alzi all’alba, colleziona ritardi su ritardi. La responsabile dell'hotel minaccia di licenziarla. Non può prendere permessi e allora per recarsi al colloquio (per quel posto che desidera) scappa via durante il turno senza avvisare. 

Spostarsi è difficile. Non ci sono treni. Né corriere. La città la fagocita. Parigi non è lo spazio luminoso e romantico che vediamo in "Midnight in Paris" di Woody Allen. Parigi in "Full Time - Al cento per cento" è una metropoli cattiva che inghiotte. Bisogna escogitare stratagemmi: come muoversi se non ci sono mezzi? Julie è costretta a fare l’autostop. Una sera, invece, rimane a dormire in città, in uno squallido albergo mentre i figli restano con un’anziana vicina che però è stanca di far da tata e accusa Julie di essere una madre snaturata. La tata, in soldoni, dice a Julie: non puoi vivere in campagna se lavori a Parigi. Fatti assumere al supermercato vicino casa. 

Ma al supermercato del paese, a Julie non la vogliono. Anche perché ha superato da un pezzo quarant'anni e nessuno risponde più alle sue candidature. 

Julie è una donna sola. Che si fa in quattro per tirare avanti. Per trovare i soldi della spesa. Julie ha una enorme forza di volontà. E "Full Time - Al cento per cento" è uno dei migliori film di questa stagione cinematografica

©micolgraziano 

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