"Il ritratto del duca", una commedia con i fiocchi
Protagonisti: uno strabiliante Jim Broadbent (“Iris”) ed Helen Mirren, in perfetta sintonia tra loro. Ma tutto il cast è grandioso, in questo lavoro che onora al meglio la tradizione dei film brillanti britannici. Messinscena impeccabile. Dietro la macchina da presa Roger Michell (1956 - 2021), regista di “Notting Hill”.
La sceneggiatura si basa su una storia vera. Quando negli anni Sessanta un pensionato ruba un quadro di inestimabile valore. Lui è un drammaturgo per passione (scrive e scrive ma nessuno vuole pubblicare le sue opere; le spedisce qui e là senza risultato). Ma è anche un cittadino schierato in prima linea a tutelare i diritti dei più deboli. Per questo motivo, spiega, sottrae dalla National Gallery di Londra il celebre dipinto di Goya, il ritratto del Duca di Wellington (anche se non fu lui materialmente a portarlo via dal museo bensì suo figlio). Ma fu lui, Kempton Bunton (si chiama così), ad assumersi la responsabilità del reato. Che non venne riconosciuto tale e Bunton scontò una breve pena soltanto per il furto della cornice.
Non fu ritenuto colpevole perché in aula spiegò che sottrasse il quadro per poche settimane (andò poi a restituirlo personalmente) affinché i politici, e il governo, potessero riflettere su quanti soldi avrebbero potuto elargire ai più bisognosi invece di spendere denari pubblici per un'opera d'arte. Bunton aveva a cuore i veterani di guerra e i pensionati che non riuscivano a sbarcare il lunario e non disponevano di soldi per pagare il canone della tv. Infatti anche lui non paga il canone della televisione. È una delle sue battaglie: niente canone a chi ha superato una certa età.
Tuttavia per star alla larga dalle grane fa sì che il suo apparecchio non riceva il segnale della BBC, la rete pubblica. Se non vedo la tv pubblica, ripete, non devo essere obbligato a pagare. Però il mantra non funziona e finisce dietro le sbarre, per un certo periodo di tempo. La moglie è disperata. Non approva le idee bizzarre del marito che si caccia sempre nei guai per difendere i suoi principi. Lotta contro i mulini a vento, Bunton. La famiglia tira avanti con i pochi spiccioli che la moglie rastrella andando a servizio. Bunton non ha un impiego fisso. È sempre lì che batte a macchina testi teatrali. Ogni tanto trova qualche lavoretto ma viene puntualmente sbattuto fuori a calci perché non accetta compromessi. Esterna caparbio il suo pensiero. È costantemente pronto a battersi per gli ultimi. In un attimo viene cacciato sia dal suo lavoro di tassista che da quello di panettiere.
"Il ritratto del duca" è un film da vedere. Mette di buon umore. È stato presentato fuori concorso al Festival di Venezia del 2020.
©micolgraziano
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