"Benvenuti in casa Esposito" (2021), commedia prodotta da Alessandro Siani


Gianluca Ansanelli

BENVENUTI IN CASA ESPOSITO
gangster movie al gusto pummarola

Il film co-prodotto da Alessandro Siani è diretto da Gianluca Ansanelli (“Troppo napoletano”) ed è liberamente tratto dal bestseller omonimo dell’umorista napoletano Pino Imperatore (il libro è pubblicato da Giunti). Nel cast un ottimo Giovanni Esposito nel ruolo del protagonista: il boss Tonino 'O fesso. 

Gangster movie spaghetti e 'pummarola'. Anzi: bufala e 'pummarola'. Perché la mozzarella di bufala si prende il suo spazio: salva la pelle del protagonista e gli indica la retta via. Al centro della fabula un tale Tonino (Giovanni Esposito), conosciuto col nomignolo: 'O fessoTonino è figlio di un boss. Lui però non ha ereditato la ferocia del padre. Un personaggio tragicomico, Tonino: diviso tra il bene e il male. Non riesce a scrollarsi di dosso l’appartenenza a una famiglia criminale. Nel rione Sanità, Tonino, per ordine del terribile don Pietro 'O terremoto (Francesco Di Leva), ritira i soldi del pizzo, fa il giro dei commercianti, e raccoglie le bustarelle. Per questo servizio riceve un copioso sussidio da don Pietro. Grazie a questo denaro, Tonino conduce una vita da pascià, insieme ad una numerosa combriccola: la moglie Patrizia (Antonia Truppo), i figli, la madre, i suoceri, e la domestica. 

Antonia Truppo
Il pusillanime Tonino ne combina di cotte e di crude. Ispira rabbia e compassione: disprezzato sia dagli onesti che dai malviventi. Sempre in bilico, rischia la morte per mano di don Pietro 'O terremoto. Tonino non fa paura a una mosca. In fondo l'indole del fuorilegge non gli appartiene. Tonino soffre e va spesso a pregare al Cimitero delle Fontanelle a chiedere consigli al Capitano su come essere "più fortunato". "Benvenuti in casa Esposito" dipinge, con ironia, gli infiniti volti di una città lacerata e splendente, ammantata di buio e luce. Non manca, appunto, la Napoli mistica e popolare delle "anime pezzentelle": c'era una volta chi si prendeva cura di un'anima per ricevere in cambio grazie e favori. Una Napoli abitata da tragedia e farsa. La componente fiabesca, alla fine, in questo film di Ansanelli, prevale, e i cattivi vengono spazzati via in perfetto stile Disney. Lieto epilogo tarallucci e vino, con una spruzzata d'amaro declinata in un pantagruelico, inquietante, banchetto, in riva al mare; una tavolata di spietati commensali che si abbuffano di pesce.

Giovanni Esposito
"Benvenuti in casa Esposito" è ben confezionato e riesce a strappare sorrisi, malgrado qualche trita gag che richiama la comicità di Totò e Peppino (il riferimento è alla celebre lettera di "Totò, Peppino e la...malafemmina") e accenni alla recitazione di Massimo Troisi. La compagnia di attori è di ottimo livello. Giovanni Esposito, solitamente impegnato in parti da caratterista, qui è al centro della scena nei panni del personaggio numero uno. Convince nel ruolo del goffo e codardo Tonino che, almeno per buona parte della storia, non sa ribellarsi alle ingiustizie e alla violenza. I temi seri del film si sciolgono in una commedia scanzonata. Dunque Tonino non verrà schiacciato dal destino come il Felice Lasco di Rea ("Nostalgia"). Lasco, impastato dell'aria del rione, porta con sé un miasma mortifero, catene da cui è impossibile liberarsi, come accade ad alcuni bambini di cui narra Lorenzo Marone nel romanzo "Le madri non dormono mai"

©micolgraziano


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