Thriller claustrofobico, "Panic Room", celebra il girl power: una donna divorziata si trasferisce, insieme alla figlia, in una bella e grande casa a Manhattan; una notte una banda di criminali s'introduce nell'abitazione, le due si rifugiano nella stanza blindata, la panic room del titolo, ma è proprio lì, in quell'alcova blindata, che i rapinatori armati vogliono entrare.
Lo sceneggiatore è David Koepp che ha firmato alcuni dei più grandi successi di Hollywood, da "Jurassic Park" a "Mission: Impossible" - ha scritto "Panic Room" dopo aver letto un articolo di giornale sulle stanze di sicurezza.
Non è un mistero che all'epoca i bunker, nascondigli segreti provvisti di tutto, scorte di cibo comprese, erano molto richiesti e non solo nelle ville dei divi.
La casa del film si trova sulla 94esima strada, a New York, ed è stata utilizzata solo per le riprese esterne.
Perché "Panic Room" è disturbante? Perché tutto ha inizio da un momento di vulnerabilità (la notte, il silenzio, il meritato riposo) da lì un climax di ansia, angoscia, terrore.
Il racconto conduce lo spettatore in un'esperienza al limite, come, appunto, un thriller dovrebbe fare.
©micolgraziano
Commenti
Posta un commento