UNA FORZA DELLA NATURA!
Su Netflix il docufilm dedicato all'artista newyorkese Julian Schnabel, pittore e regista. "A Private Portrait " è prodotto da Valeria Golino e Riccardo Scamarcio. La regia è di Pappi Corsicato.
Una vera forza della natura. Dirompente. Così le sue tele: immense. Alte quanto è alto il cielo. Strabordano. Le senti addosso. Ti sovrastano. È quel che provi a fissare le montagne. Nel documentario si vedono scale. Servono per salire. Simbolicamente portano verso territori ignoti. Tutto è grandioso e ti puoi perdere in un mondo nuovo. Imperativo: smarrirsi dolcemente.
Schnabel è tutt'uno col colore. Lo spalma persino sui capelli quasi fosse acqua. L'acqua: un'elemento chiave. Il surf, anche. Schnabel è pittore, tra i maggiori viventi, ma anche regista. Il passaggio è inevitabile. L'arte è trasversale, complessa. Le tele di Schnabel evocano la grandezza del creato, dominano lo spazio. È pittura fisica, sanguigna. Olio, materia. Cocci, piatti rotti: plate paintings, è il termine esatto. In una parola: vita.
A Schnabel piace lavorare all’aria aperta. La natura come compagna e musa. Nel documentario compaiono i suoi amici, tra cui: Al Pacino, Willem Dafoe, Bono, Jeff Koons, Héctor Babenco (regista del celebre "Il bacio della donna ragno"), la gallerista Mary Boone. Laurie Anderson, moglie di Lou Reed. Di Reed, Schnabel, ama profondamente "Berlin", album del 1973, e cita a memoria i versi delle canzoni. Scorrono immagini in bianco e nero, di Schnabel bambino quando già dipingeva e dipingeva. Infine, il cinema. I film che ha diretto: "Basquiat" (1996), "Prima che sia notte" (2000), "Lo scafandro e la farfalla" (2007), "Van Gogh - Sulla soglia dell'eternità" (2018).
Nella scena iniziale del documentario lo vediamo in un paradiso: l'arcipelago Li Galli (Positano), è una giornata magnifica, e lui da una roccia si tuffa in un mare cristallino.
Schnabel è tutt'uno col colore. Lo spalma persino sui capelli quasi fosse acqua. L'acqua: un'elemento chiave. Il surf, anche. Schnabel è pittore, tra i maggiori viventi, ma anche regista. Il passaggio è inevitabile. L'arte è trasversale, complessa. Le tele di Schnabel evocano la grandezza del creato, dominano lo spazio. È pittura fisica, sanguigna. Olio, materia. Cocci, piatti rotti: plate paintings, è il termine esatto. In una parola: vita.
A Schnabel piace lavorare all’aria aperta. La natura come compagna e musa. Nel documentario compaiono i suoi amici, tra cui: Al Pacino, Willem Dafoe, Bono, Jeff Koons, Héctor Babenco (regista del celebre "Il bacio della donna ragno"), la gallerista Mary Boone. Laurie Anderson, moglie di Lou Reed. Di Reed, Schnabel, ama profondamente "Berlin", album del 1973, e cita a memoria i versi delle canzoni. Scorrono immagini in bianco e nero, di Schnabel bambino quando già dipingeva e dipingeva. Infine, il cinema. I film che ha diretto: "Basquiat" (1996), "Prima che sia notte" (2000), "Lo scafandro e la farfalla" (2007), "Van Gogh - Sulla soglia dell'eternità" (2018).
Nella scena iniziale del documentario lo vediamo in un paradiso: l'arcipelago Li Galli (Positano), è una giornata magnifica, e lui da una roccia si tuffa in un mare cristallino.
©micolgraziano
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