Fra le migliori commedie di sempre: "Un pesce di nome Wanda"!

"Un pesce di nome Wanda"


IRRIVERENTE, SCOPPIETTANTE!

Commedia di sesso, furfanti e un acquario

Vi ho parlato di "Quattro matrimoni e un funerale", non posso quindi non consigliarvi, cari lettori, un altro must, che arriva dagli anni Ottanta: "Un pesce di nome Wanda" (1988), fra le migliori commedie di sempre. Plauso di pubblico e critica, guadagnò tre candidature agli Oscar e Kevin Kline si aggiudicò la statuetta come miglior attore non protagonista. La sceneggiatura, impeccabile, è opera del brillante John Cleese (il soggetto l'ha pensato insieme al regista Crichton). Cleese si ritaglia anche un ruolo importante, quello dell'avvocato Archie Leach, omaggio al divo di Hollywood Cary Grant, che all'anagrafe si chiamava Archibald Alexander Leach. Attore, scrittore, produttore inglese, Cleese, è uno dei fondatori dei Monty Python, in attività tra la fine degli anni Sessanta e gli inizi degli Ottanta, gruppo comico britannico caratterizzato da comicità irriverente, in parte demenziale con punte scatologiche (pensiamo alla celebre gag dell'uomo grasso grasso che in un ristorante di lusso chiede un secchio per svuotarsi di tutto) ma ad ogni modo sempre spregiudicata e senza filtro. Lo stesso humor velenoso lo troviamo in "Un pesce di nome Wanda"; non lascia spazio a mezze misure: c'è chi arriccia il naso e chi se ne innamora. 

"Un pesce di nome Wanda"

In "Un pesce di nome Wanda" il cuore della storia è un furto di gioielli. Protagonisti ladri scalcinati che dopo aver messo a segno il colpo si tradiscono a vicenda: ognuno vuole far fuori l'altro per impossessarsi del bottino e goderselo senza spartire. Pensiamo poi ad una scena cult: Otto (Kevin Kline) che infila patatine fritte nel naso di Ken (Michael Palin, anche lui dei Monty Python) e lo provoca divorando pescetti colorati da un acquario. La comicità che troviamo in "Un pesce di nome Wanda" è per certi versi simile a quella corrosiva di alcune storie per ragazzi di Roald Dahl: umorismo british che non fa sconti a nessuno - a proposito di giovanissimi, una mia compagna di banco alle medie, era pazza di "Un pesce di nome Wanda", eppure aveva solo dodici anni. Memorabile ancora Otto, amante di fuoco, che parla italiano (nella versione del film originale non doppiata) pronunciando frasi prive di senso (liste della spesa, elenco di monumenti) negli incontri d'amore con la sua donna, la bella Wanda, interpretata da una Jamie Lee Curtis (figlia d'arte, il padre è il mitico Tony) in stato di grazia e indimenticabile. 

©micolgraziano

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