"Nico, 1988" di Susanna Nicchiarelli

 

Trine Dyrholm


Ve li ricordate i mitici Velvet Underground? Il celebre album della banana in copertina? Ebbene: "Nico, 1988" (2017), scritto e diretto da Susanna Nicchiarelli ("Miss Marx"), racconta gli ultimi anni della vita e della carriera di un'icona rock (che dei Velvet Underground fece parte), modella, attrice (Fellini l'ha voluta per una piccola parte ne "La dolce vita"), cantante, musicista, musa di Andy Warhol: Nico, nome d'arte di Christa Päffgen. Tedesca, ha vissuto a New York, viaggiato per il mondo, ed è morta cadendo dalla bicicletta, durante una vacanza a Ibiza nel 1988, a 49 anni. 

Il film si concentra sugli anni Ottanta e un tour europeo a bordo di un furgoncino tra Italia, Francia, Europa dell'Est. Una tournée in cui Nico cerca di togliersi di dosso l'etichetta di diva e femme fatale degli anni Sessanta. Ripete durante le interviste che vuole parlare solo della nuova musica, quella che scrive di suo pugno, lontana da glamour e spinte commerciali. Propone un rock difficile, aspro, scuro, dissonante, con suoni distorti (registra rumori con un microfono che porta sempre con sé) e testi lirici e malinconici. Colpisce una battuta: non ero felice quando ero bella. La vediamo sempre molto seria, a volte con grandi occhialoni scuri, bicchiere in mano e sigaretta tra le dita. Ad accoglierla, in luoghi spesso defilati, poche manciate di pubblico. Accompagnata sul palco da una band non all'altezza della sua antica fama. In una scena memorabile s'infuria, insulta i musicisti e scappa via, lasciando i presenti di stucco. Ci viene mostrata la Nico privata, dipendente dall'eroina e in preda ai sensi di colpa per non aver cresciuto suo figlio, con il quale ristabilisce un rapporto e lo invita a stare con lei. 

Perché vi consiglio "Nico, 1988"? È un gran film (premiato a Venezia74) e Trine Dyrholm un'attrice spettacolare. Sorprendente sia mentre si scatena sul palco sia quando canta immobile con gli occhi sbarrati. Non lasciatevelo sfuggire, se amate il rock e il cinema d'autore. 

Uno dei momenti che più mi ha colpito per poesia ed efficacia: in una vecchia cucina, Nico e un musicista mangiano un piatto di spaghetti al pomodoro; nel cuore della notte. 

©micolgraziano

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