"O Que Arde": natura, fuoco e Galizia

 

Una scena di "O que arde"

Cari lettori, oggi vi parlo di un film molto particolare. Se vi piace la narrazione asciutta e realistica, se cercate le storie essenziali, non convenzionali, e lontane dal glamour, "O que arde" (2019) è quel che fa per voi. Trama molto esile (un piromane che esce di prigione e torna a casa dalla madre; è un uomo solitario e scansato da tutti). Al centro ci sono la potenza e l'incanto della natura, gli animali (le mucche al pascolo, un cane malconcio, pastore tedesco, di nome Luna), i boschi della Galizia con eucalipti dalle radici ben salde; una casa diroccata. Così presente il paesaggio che il film assume i toni del documentario. Il regista è il franco-spagnolo Oliver Laxe, classe '82. Laxe è apprezzato a livello internazionale ed è stato inserito dal cineasta sudcoreano Bong Joon-ho in una lista di venti registi che segneranno il cinema del futuro (nell'elenco di Bong Joon-ho ci sono anche Alice Rohrwacher, e Chloé Zhao, Leone d'Oro a Venezia77). Intanto "O que arde" è stato presentato a Cannes nella sezione Un Certain Regard e ha vinto il premio della giuria. Preparatevi a un'esperienza unica, a lunghi silenzi, in ascolto della pioggia e del rumore degli animali al pascolo, preparatevi alle scintille del fuoco, e a un finale che arriva inatteso e spiazzante. Tra le scene clou, che ho amato di più, un momento di un breve tragitto in auto, accompagnato da "Suzanne" di Leonard Cohen. 

PS. Il titolo internazionale del film è "Fire Will Come". 

©micolgraziano

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