Un giorno senza un sorriso è un giorno perso, diceva Charlie Chaplin. E dunque, cosa c'è di meglio di un film ingenuo e spensierato? Oggi vi propongo "Signori, in carrozza!", commedia del 1951. Diretta da Luigi Zampa ("Il vigile", "Il medico della mutua"), il soggetto è firmato da fuoriclasse come Age & Scarpelli. Il resto lo fanno due maestri come Aldo Fabrizi e Peppino De Filippo che qui bisticciano con risultati scoppiettanti.
De Filippo è Gennaro un perdigiorno che vive a scrocco a casa della sorella sposata con Vincenzo (Aldo Fabrizi). Un tipo burbero, Vincenzo, irascibile, che impreca non appena mette piede in casa, anche se a casa ci sta poco e niente. Sì, perché lui di mestiere fa il ferroviere. Prestando servizio sui treni notte, tra Roma e Parigi, è sempre in giro e nella Ville Lumière, Vincenzo bugiardo e furbacchione, ha messo su una bella famigliola con un'altra donna. Dunque, appena si presenta l'occasione, si fa trasferire nella capitale francese per iniziare una segreta convivenza. I piani, però, non vanno come previsto. E ben presto il cognato Gennaro piomba a Parigi a rompere le uova nel paniere...
Aldo Fabrizi aveva un talento innato e il teatro nel sangue. Malinconico e dirompente. Indimenticabile in "Roma città aperta" di Rossellini. Oggi ascoltare Fabrizi, i suoi monologhi dalla comicità irresistibile, snocciolati in un dialetto antico, le battute fulminee, ci riporta indietro nel tempo: in una Roma ormai sparita, splendida nella sua semplicità.
Tra le scene clou: Fabrizi e De Filippo che battibeccano a tavola e si contendono un posacenere (gag divertentissima) mentre fumano una sigaretta. Poi a Parigi, quando Fabrizi corre in affanno da un ristorante all'altro perché invitato contemporaneamente a due cene: una con la moglie, l'altra con l'amante. Una situazione, questa del doppio impegno, tipica della commedia, vi ricordate Robin Williams in "Mrs. Doubtfire"? Quando salta da un tavolo all'altro (tra rapidissimi cambi d'abito) nello stesso ristorante, perché ha due appuntamenti cruciali: esilarante.
©micolgraziano
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