"La dea dell'amore" di Woody Allen - L'Oscar di Mira Sorvino

 

Mira Sorvino


Un pomeriggio sereno di parecchi anni fa; ero una liceale e amavo il cinema. Ho un bel ricordo legato a questo film, "La dea dell'amore": andai a vederlo, a Roma, al cinema Quirinale, nella centralissima via Nazionale. Lì, a distanza di pochi metri, c'erano due storici teatri: Eliseo e Piccolo Eliseo, fiori all'occhiello della cittàOrmai da molto tempo, purtroppo, il Quirinale è stato smantellato. Non esiste più, come numerose altre sale del centro ormai sparite; e come tanti, tanti teatri. Una perdita dolorosa. 

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Cari lettori, oggi vi consiglio "La Dea dell'Amore" (1995) di Woody Allen. Se state cercando svago e leggerezza (leggerezza come la intendeva Italo Calvino), questa commedia non vi deluderà. Perché Woody Allen, anche quando non ci consegna dei capolavori, ci regala perle memorabili: una battuta (e qui ce ne sono un paio esilaranti), un'inquadratura di New York, un'espressione; gli attori poi sempre eccezionali, davvero. Nel cast troviamo, infatti, un'attrice fenomenale come l'inglese Helena Bonham Carter e una splendida Mira Sorvino che per questa performance ha vinto l'Oscar. 

Il personaggio di Mira Sorvino dà il titolo al film. È riferito a lei il nomignolo Dea dell'amore ovvero Afrodite (il titolo inglese è Mighty Aphrodite). Sorvino veste i panni di Linda, un po' svampita, con la vocina acuta, una ragazza in difficoltà inserita in giri a luci rosse. Linda diventa amica di Lenny (Woody Allen), giornalista sportivo, che l'aiuterà a trovare un lavoro, allontanandola da giri loschi. 

La vicenda è ambientata a New York. Tra gallerie d'arte, Central Park, palestre, corse di cavalli, ristoranti italiani, la Grande Mela si mostra in tutto il suo fascino. New York, sì. Ma anche Taormina con il meraviglioso teatro antico, dove sono state girate alcune scene clou. Il racconto, infatti, è strutturato come una tragedia greca dove un coro, ironicamente onnisciente, danza, parla, canta e dispensa consigli al buon Lenny: Non fare questo! Non fare quello! Lenny, stai attento! Il coro è una sorta di grillo parlante. Una trovata che è il colpo di genio del film. Insomma, "La Dea dell'Amore", non sarà tra i migliori film di Allen ma merita di essere visto perché ci porta fuori dalla realtà, in un mondo di fantasia e benessere.

La sceneggiatura ha ricevuto una nomination all'Oscar. 

©micolgraziano

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