Marcello Mastroianni in "Oci Ciornie"

Marcello Mastroianni

Oggi, cari lettori, vi porto negli anni Ottanta per consigliarvi uno degli imperdibili dell'epoca interpretato da un Marcello Mastroianni stratosferico. A dirigere è il russo Nikita Michalkov ammiratore di Federico Fellini: e in molte scene surreali e malinconiche questa stima si tocca con mano. Il protagonista della storia si chiama Romano, è un architetto senza ambizioni che vive grazie alle enormi ricchezze della moglie. Romano è un uomo romantico, bugiardo e dongiovanni. 

(Curiosità: la coppia abita in una meravigliosa villa del Seicento. Nella realtà si tratta della splendida Villa Parisi che si trova nel Lazio, nel comune di Monte Porzio Catone).

"Oci ciornie" (occhi neri, in russo) uscì nel 1987, uno dei film più importanti di Marcello Mastroianni che per questo ruolo ha ottenuto una candidatura all'Oscar e un premio a Cannes. Nel cast c'è anche Silvano Mangano ("Oci ciornie" è il suo ultimo film; morì due anni dopo). E in una piccola parte Roberto Herlitzka (guardatelo in "Buongiorno, notte" di Marco Bellocchio).

Il film è ispirato al racconto di Čechov La signora con il cagnolino: una tale Anna che, durante una vacanza, s'innamora di un banchiere moscovita. E Anna (insieme ovviamente al grazioso cagnolino) la ritroviamo in "Oci ciornie". Mentre il lui (Mastroianni) non è un banchiere bensì, come già anticipato, un architetto; un uomo di mezza età, sposato, infelice, alla continua ricerca di qualcosa per completare la propria esistenza. Romano e Anna s'incontrano alle terme di Montecatini. Lì esplode la passione ma Anna una notte fugge e torna dal marito. Romano a quel punto parte alla volta della Russia (un viaggio avventuroso e particolare) per dichiararle amore eterno. Eppure, malgrado tutto, la loro relazione resterà sospesa, incompiuta.

Tante le scene indimenticabili, ne ricordo una: Romano che, vestito di tutto punto, s'immerge nel fango per recuperare il cappello della sua adorata Anna. Un momento iconico di grande cinema (a proposito di passeggiate insolite: vi ricordate Peter Sellers in "Oltre il giardino" quando cammina sull'acqua?).

Il bianco è il colore che domina molta parte del film, soprattutto quella ambientata in Italia. Il bianco rappresenta l'innocenza. Però il bianco dà anche il senso di qualcosa d'indefinito come sospesa è la vita di Romano, anima inquieta ed errante. 

(Altra curiosità: in una brevissima apparizione troviamo Isa Gallinelli (ve la ricordate? È la Valeria di "Borotalco").

©micolgraziano


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