Glenn Close in "Elegia Americana" di Ron Howard

 

"Elegia americana"

Vi ho già parlato, cari lettori, del memoir di Jeannette Walls. Oggi è la volta di un altro racconto autobiografico di successo: "Elegia americana", libro scritto da J.D. Vance e pubblicato in Italia da Garzanti

"Elegia americana" è ora diventato un film (disponibile su Netflix) diretto dal premio Oscar Ron Howard ("Apollo 13", "A Beautiful Mind"). Interpreti principali sono Amy Adams, Gabriel Basso e una formidabile Glenn Close. Ma andiamo per ordine. Innanzitutto, chi è J.D. Vance

Vance dopo il diploma si è arruolato nei Marines. Poi si è laureato in legge a Yale ed è andato a lavorare nella Silicon Valley. Cresciuto in una cittadina dell'Ohio, proviene da una famiglia operaia della Rust BeltI suoi venivano dal Kentucky, l'America profonda dei monti Appalachi. Ma quella di Vance è una storia di successo: di un ragazzo che ce l'ha fatta, malgrado povertà e sofferenza. Nume tutelare è stata la nonna, Mamaw, che gli ha insegnato a tenere duro e a rimboccarsi le maniche. La madre di Vance è stata tossicodipendente e lui ha avuto un'infanzia difficile segnata dalla miseria. Insomma, una storia dolorosa ma al contempo un trionfo dell'american dream. 

Il film non è piaciuto alla critica. Ma io l'ho trovato comunque avvincente ed è il motivo per cui lo consiglio. Mi ha commosso la performance di Glenn Close che qui è straordinaria: si è gettata con tutta l'anima nel personaggio, trasformandosi completamente nel fisico. Non lasciano indifferenti le scene in cui questa nonna anziana e malata (che non ha neppure i soldi per fare la spesa) sprona con tenacia il nipote a non mollare. 

Insomma, un film da vedere. 

©micolgraziano

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