"Georgetown": Christoph Waltz regista

 

"Georgetown"

A proposito di Hollywood e carriera, Christoph Waltz una volta disse "e perché non dovrebbero spremerti come un limone se hai il succo"? Di succo, Waltz, attore di talento, ne ha eccome. Lo ha dimostrato con i numerosi premi vinti, due Oscar, anni di teatro. Poi il debutto dietro la macchina da presa con "Georgetown" (2019), crime movie, racconto a tinte fosche basato su fatti di cronaca, come si precisa nei titoli di testa: "questa storia non vuole, in alcun modo, pretendere di essere vera. Tuttavia, si ispira a eventi realmente accaduti". Ovvero: l'omicidio di Viola Herms Drath, avvenuto nel 2011. 

Dunque, veniamo alla trama di "Georgetown": Cristoph Waltz interpreta Ulrich Mott, giovane marito della novantenne Elsa Brecht, giornalista e donna di cultura, persona influente, inserita nell'alta società e negli ambienti di potere di Washington. Mott ha una quarantina d'anni meno di lei. La posizione di Elsa fa gola a Mott che la sposa con un piano preciso: la scalata al successo. Lui è un tipo in apparenza mite e affabile. Affascinante conversatore, nasconde un lato oscuro, cinico e dispotico. Disposto a tutto, pur di arrivare in vetta. Re dei salotti e amante della buona tavola (cucina personalmente per i suoi ospiti) incanta gli interlocutori dipingendosi come una leggenda: si definisce di nobile stirpe, valoroso soldato, conoscitore dell'arte della diplomazia. Ottenuto il potere, Mott non ha più bisogno della consorte che muore improvvisamente una notte. E lui finisce in prigione con l'accusa di omicidio. 

Il cast è eccezionale, nel ruolo di Elsa Brecht c'è Vanessa Redgrave e nella parte della figlia della Brecht troviamo Annette Bening. La sceneggiatura è scritta dal premio Pulitzer David Auburn, autore della pièce "Proof", portata sul grande schermo da John Madden ("Shakespeare in Love"), interpreti Anthony Hopkins e Gwyneth Paltrow. 

©micolgraziano

Commenti