La ricerca dell'ex non va a buon fine. Nel frattempo a casa di Pepa è tutto un viavài: piomba l'amica Candela (che tenta pure il suicidio), nei guai fino al collo dopo una scappatella con un terrorista ricercato dalla polizia. Non solo: il grande attico di Pepa si popola di gente a causa d'una serie di gustosi equivoci (la sceneggiatura è molto teatrale, ispirata alla pièce "La voce umana" di Jean Cocteau). E dunque ecco che arriva Carlos, il figlio di Iván (interpretato da un giovanissimo Antonio Banderas), con la sua fidanzata (che si addormenta dopo aver bevuto il gazpacho con barbiturici). E poi: i poliziotti, un tecnico che deve aggiustare il telefono. Ancora: la moglie di Iván che, accecata dalla gelosia, è pronta a vendicarsi e si precipita, arma in pugno, all'aeroporto per far fuori il consorte fedifrago.
"Donne sull'orlo di una crisi di nervi" è una delle pellicole più celebri di Almodóvar. Una commedia graffiante e surreale. Sofisticata e pop (due aggettivi che raccontano bene il cinema di Almodóvar). Geniale ed esagerata. Coloratissima come l'apparecchio telefonico di Pepa e le sue unghie laccate. La macchina da presa si muove voluttuosa (indugia sulle labbra di Iván mentre è impegnato in sala doppiaggio). Ci sono alcune perle stratosferiche: un omaggio a "Johnny Guitar", western con Joan Crawford e Sterling Hayden; un esilarante spot da dark comedy di un detersivo per lavatrice; scoppiettanti titoli di testa. E, visto oggi, il film fa venire tanta nostalgia della moda degli anni Ottanta.
©micolgraziano
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