"Il ladro di orchidee" (2002) di Spike Jonze - Il lavoro dello sceneggiatore

 

Nicolas Cage ne "Il ladro di orchidee"



UNO SCRITTORE CON L'INCUBO DEL FOGLIO BIANCO 
Il film è prodotto da Jonathan Demme, regista de "Il silenzio degli innocenti"

Il titolo inglese di questo bel film (pluripremiato) di Spike Jonze, regista sempre originale, è "Adaptation". La parola "adaptation" ci fa entrare nel cuore delle cose: la pellicola parla, infatti, di adattamento, scrittura, sceneggiatura. L'autore dello script è Charlie Kaufman, premio Oscar e personalità di spicco a Hollywood. Tra i suoi film gli acclamati: "Essere John Malkovich""Confessioni di una mente pericolosa", "Se mi lasci ti cancello""Synecdoche, New York", "Anomalisa""Adaptation" è, dunque, un'opera meta-cinematografica, densa, complessa. Una riflessione sulla contrapposizione tra arte e commercio, genialità e mestiere, vero e immaginato, estro e pragmatismo. 

Nicolas Cage ne "Il ladro di orchidee"
Al centro della storia uno scrittore che ha difficoltà ad adattare per il grande schermo un saggio sulle orchidee. Questo libro, fuori dalla finzione cinematografica, esiste davvero: "Il ladro di orchidee" della giornalista del New Yorker Susan Orlean che nel film di Jonze è interpretata da Meryl Streep. Cosa ha fatto dunque Kaufman? Ha mescolato immaginazione e realtà, verità e fantasia; intrecciando, citando. Gli era stato commissionato l'adattamento del testo della Orlean e, trovandosi in difficoltà, ha scritto un film che racconta lo sviluppo del processo creativo. 

Protagonista sorprendente è Nicolas Cage (ha ottenuto una nomination all'Oscar) che qui si sdoppia e interpreta due personaggi: Charlie e Donald, fratelli gemelli ed entrambi sceneggiatori. O meglio: uno sceneggiatore affermato, l'altro (Donald) alle prime armi e deciso a seguire corsi che lo possano lanciare nella professione. Donald, tipo intraprendente e concreto, è convinto che per realizzare un buon copione ci voglia aderenza alle regole (quelle che solitamente insegnano nei corsi).  Charlie, sebbene abbia successo nel lavoro, è (rispetto a Donald) meno pratico, è insicuro; si vede brutto, grasso, è impacciato con le donne e si trova a disagio quando deve parlare con qualcuno. E durante il lavoro di adattamento vengono a galla tutte le sue nevrosi.

A chi consiglio "Il ladro di orchidee"? Beh, a tutti, ovviamente. Ma in modo speciale a chi ama i fiori, la natura, a chi scrive, a chi ha provato sulla propria pelle il blocco dello scrittore, a chi mangia davanti al computer, a chi cerca pellicole originali, a chi è timido, tanto timido. 

©micolgraziano

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