UNO SCRITTORE CON L'INCUBO DEL FOGLIO BIANCO
Il film è prodotto da Jonathan Demme, regista de "Il silenzio degli innocenti"
Il titolo inglese di questo bel film (pluripremiato) di Spike Jonze, regista sempre originale, è "Adaptation". La parola "adaptation" ci fa entrare nel cuore delle cose: la pellicola parla, infatti, di adattamento, scrittura, sceneggiatura. L'autore dello script è Charlie Kaufman, premio Oscar e personalità di spicco a Hollywood. Tra i suoi film gli acclamati: "Essere John Malkovich", "Confessioni di una mente pericolosa", "Se mi lasci ti cancello", "Synecdoche, New York", "Anomalisa". "Adaptation" è, dunque, un'opera meta-cinematografica, densa, complessa. Una riflessione sulla contrapposizione tra arte e commercio, genialità e mestiere, vero e immaginato, estro e pragmatismo.
Al centro della storia uno scrittore che ha difficoltà ad adattare per il grande schermo un saggio sulle orchidee. Questo libro, fuori dalla finzione cinematografica, esiste davvero: "Il ladro di orchidee" della giornalista del New Yorker Susan Orlean che nel film di Jonze è interpretata da Meryl Streep. Cosa ha fatto dunque Kaufman? Ha mescolato immaginazione e realtà, verità e fantasia; intrecciando, citando. Gli era stato commissionato l'adattamento del testo della Orlean e, trovandosi in difficoltà, ha scritto un film che racconta lo sviluppo del processo creativo.
Protagonista sorprendente è Nicolas Cage (ha ottenuto una nomination all'Oscar) che qui si sdoppia e interpreta due personaggi: Charlie e Donald, fratelli gemelli ed entrambi sceneggiatori. O meglio: uno sceneggiatore affermato, l'altro (Donald) alle prime armi e deciso a seguire corsi che lo possano lanciare nella professione. Donald, tipo intraprendente e concreto, è convinto che per realizzare un buon copione ci voglia aderenza alle regole (quelle che solitamente insegnano nei corsi). Charlie, sebbene abbia successo nel lavoro, è (rispetto a Donald) meno pratico, è insicuro; si vede brutto, grasso, è impacciato con le donne e si trova a disagio quando deve parlare con qualcuno. E durante il lavoro di adattamento vengono a galla tutte le sue nevrosi.
A chi consiglio "Il ladro di orchidee"? Beh, a tutti, ovviamente. Ma in modo speciale a chi ama i fiori, la natura, a chi scrive, a chi ha provato sulla propria pelle il blocco dello scrittore, a chi mangia davanti al computer, a chi cerca pellicole originali, a chi è timido, tanto timido.
©micolgraziano
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