SPECCHI...E POTENZA DELLA MENTE
questo senso di torpore,
questa grassa tranquillità
da cui mi sento invadere"
Iniziai a vedere i film di Fritz Lang dopo aver scoperto che era un regista molto amato dai cineasti, tra cui Dario Argento (tra i maestri di Argento ci sono anche Hitchcock e Leone). Sono onnivora in fatto di cinema (dal pop all'essai) e sempre guidata dalla curiosità, fin dai tempi della scuola, quando leggevo articoli per cinefili e riempivo i diari di titoli (di film, of course) che non volevo perdere (abitudine che ho ancora). Oggi, rispetto al passato, siamo tutti più fortunati: fare ricerche è diventato più facile perché abbiamo Internet che prima non c'era. Internet è, infatti, una grande enciclopedia del sapere. Ebbene, tornando al film: "La donna del ritratto" è uno splendido noir, diventato ormai un classico. Della trama è bene non rivelare troppo perché contiene una sorpresa che lascia a bocca aperta. Un colpo di scena voluto da Lang, grande regista che si definiva per nulla interessato agli incassi e in questo si paragonava a un altro austriaco Erich Von Stroheim. Il ruolo del protagonista, in questo elegante noir è affidato a un attore fantastico: Edward G. Robinson, di cui Lang apprezzava la sensibilità: era un attore capace di entrare nel personaggio senza pregiudizio. Accanto a Robinson troviamo Joan Bennett (entrambi reciteranno di nuovo con Lang nel noir "La strada scarlatta"), la Bennet in veste femme fatale (la dark lady è immancabile nei noir). Negli anni Ottanta la Bennett a proposito di Hollywood, affermò: "L'età dell'oro è finita, e con essa la maggior parte delle persone di grande gusto". Questo film di Lang ha tutta l'eleganza e il fascino della vecchia Hollywood ed è un peccato lasciarselo scappare, soprattutto se amate il brivido. Al solito, nei noir le auto hanno un certo peso. Qui la macchina guidata dal professore interpretato da Robinson, è una lussuosa berlina: Cadillac Serie 65 Touring del 1937. Buona visione.
©micolgraziano
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