"Ma Rainey's Black Bottom" di George C. Wolfe (2020) - La mamma del blues

 

"Ma Rainey's Black Bottom"


BLUES, LACRIME E SANGUE

“Sarebbe un mondo 
vuoto senza il blues”

 “Ma Rainey’s Black Bottom”: film (dai dialoghi densi) diretto da George C. Wolfe (“Come un uragano”) e prodotto da Denzel Washington. Cast di prim’ordine. Protagonisti: la star del celebre blockbuster “Black Panther”, Chadwick Boseman (scomparso ad agosto 2020) e una carismatica Viola Davis

Il film si basa sul testo teatrale del due volte premio Pulitzer August Wilson, autore inoltre di “Barriere”dramma portato sul grande schermo nel 2016 proprio da Denzel Washington affiancato da Viola Davis (che si aggiudicò un Oscar come miglior attrice non protagonista). 

Ma Rainey è la mamma del blues, la donna che dominava il palco, che mandava in estasi il pubblico con una voce unica e una presenza scenica invidiabile, come si vede nei primi minuti del film, quando la gente affolla i suoi show. Ma Rainey ebbe successo negli anni Venti, suonò con musicisti numeri uno (Louis Armstrong, Thomas Dorsey) e a lei s’ispirarono cantanti come Bessie Smith

"Ma Rainey's Black Bottom" si dipana in un lasso di tempo ristretto. In un luogo ben preciso: uno studio di Chicago dove Ma Rainey deve registrare un disco insieme alla sua band. Lei, come tutte le dive, si fa attendere, e intanto i musicisti provano, si pungolano, parlano di razzismo, di fede, raccontano fatti drammatici della loro vita; gli animi s'infiammano e l'epilogo conduce alla tragedia. 

Ad infuocare la situazione è Levee (un intenso Chadwick Boseman), giovane trombettista ribelle e ambizioso. Levee cerca lo scontro con i colleghi ed è invidioso della stessa Ma Rainey. Due i motivi: è una donna rispettata e ha e una relazione con la sexy Dussie (Ma Rainey era bisessuale). A Levee piace Dussie e le rivolge occhiate (si spinge pure oltre) golose davanti a tutti. 

Viola Davis è magnetica nei panni di una Ma Rainey viscerale, gelosa, determinata e desiderosa di Coca Cola ghiacciata. Il film ha vinto l'Oscar per i costumi, realizzati da Ann Roth ("Il paziente inglese"). 

©micolgraziano

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