IL TUTTOFARE
ritratto di nuovi mostri
Che canaglia questo Bellastella (Sergio Castellitto), professorone e principe del foro, ricco sfondato grazie ai quattrini della moglie (Elena Sofia Ricci). Bellastella è arrivato in cima impalmando la figlia del principale e alla morte del vecchio s'è tuffato sul bottino. È diventato un avvocato penalista con agganci di peso. Cinico, s'è fatto largo con perfidia, imbrogliando e chiedendo favori qui e lì. Bellastella conosce tutti ed è sempre pronto a impicci e intrallazzi. Do ut des, il suo motto. Fra le grinfie di Bellastella ci capita il povero ingenuo Antonio (Guglielmo Poggi). Antonio, praticante, sgobba per Bellastella, in nero, a due spicci. Spera in una carriera brillante. Ecco perché si annulla: per il capo fa la spesa, cucina e dice sempre sì. Ricattato, sposa persino l'amante di lui, una sudamericana incinta. Grazie a questo matrimonio combinato lei potrà prendere la cittadinanza italiana.
Antonio, pavido, inesperto, vittima di se stesso, di volta in volta, cede. Accetta proposte indecenti. Eppure il successo sembra un miraggio. I sogni ambiziosi si allontanano via via. Evaporano e Antonio si ritrova senza una lira e in un mare di guai. Travolto dagli affari sporchi di Bellastella che finirà dietro le sbarre. Ma la differenza tra Antonio e il suo spietato maestro è che Bellastella cade sempre in piedi, mentre Antonio no. Una storia, dunque, amarissima che racconta di una società crudele dominata dai disonesti. Bellastella spicca su tutti, è un mostro coi fiocchi, interpretato magistralmente da Castellitto. "Il tuttofare" è un film da vedere. Non un capolavoro (la sceneggiatura si sfilaccia verso la fine) però interessante.
©micolgraziano
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