Horror: "Soul" (2013) di Chung Mong-hong


Soul


Cari lettori, torniamo a parlare di cinema asiatico che, come ho detto più volte, regala allo spettatore emozioni straordinarie. Oggi vi consiglio questo splendido horror del 2013 scritto e diretto da Chung Mong-hong, regista taiwanese (anche sceneggiatore e direttore della fotografia) molto apprezzato a livello internazionale. E infatti le sue opere sono state selezionate sia al Festival di Cannes che a quello di Toronto

La prima volta che ho visto questo film, sono rimasta colpita dalla recitazione misurata e asciutta (gli attori sono strabilianti), dalla perfezione delle immagini, dal colore: la fotografia di "Soul" è una festa per gli occhi. Chung Mong-hong ti fa entrare in una dimensione altra che è, appunto, cinema puro. Attenzione, però: preparatevi a scene inquietanti. L'atmosfera è sinistra e i gesti più semplici (pulire il pesce, per esempio) danno i brividi. Sì, perché agghiacciante è tutta la storia di "Soul" che - sebbene avvolta dal regista in un morbido manto di poesia orientale - racconta di un uomo che perde, improvvisamente, la sua anima. Resta il corpo, vuoto, che viene abitato da uno spietato omicida. C'è poi un vecchio, padre dell'uomo, che vive in montagna a coltivare orchidee, immerso in una natura splendida che toglie il fiato. Anche lui, però, per motivi che non sto a svelarvi, si macchia di delitti indicibili. Tra momenti di quiete e altri feroci che fanno saltare dalla poltrona, "Soul" è un film che resta impresso nella memoria. E che tratta una materia tipica del cinema dell'orrore in maniera originale. 

Ritroverete alcune atmosfere di "Parasite", di "Un affare di famiglia" ma anche di "Mademoiselle". Tutte queste storie, infatti, sono accomunate dal tema del nascondimento, della ferocia, della cattiveria umana, della menzogna.

Se amate i racconti a tinte fosche o semplicemente volete esplorare nuovi territori e nuovi generi,"Soul" non potete perdervelo. 

©micolgraziano

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