"Halloween" (2018), un horror da brivido!

 Un film che non può mancare 
nella vostra cineteca! 


Jamie Lee Curtis


Presentato al Toronto Film Festival nel 2018 e uscito quell'anno, è stato un successo al botteghino, incassando oltre 255 milioni di dollari nel mondo. 


INTRAMONTABILE
Cari lettori, oggi voglio consigliarvi questo splendido horror diretto da David Gordon Green, interpretato da una Jamie Lee Curtis  in stato di grazia. Jamie Lee Curtis, attrice di grande carisma, è la figlia di Tony Curtis (guardatelo in "A qualcuno piace caldo") e della star di "Psycho", Janet Leigh. E poiché parliamo di horror, andatelo a rivedere "Psycho", capolavoro immortale del brivido che ha da poco compiuto 60 anni (uscì nel 1960). Anche "Halloween" è un vero e proprio cult. Questo del 2018 è il seguito della pellicola del '78, interpretata sempre dalla Curtis. Al momento, "Halloween" lo trovate sulla piattaforma Prime Video

LAURIE STRODE
Jamie Lee Curtis interpreta l'impavida Laurie Strode. Laurie donna coraggiosa seppur fragile dal punto di vista psicologico. Laurie ha aspettato quarant'anni per vendicarsi dell'orribile Michael, il serial killer capace di crudeltà mai vista. Laurie, sopravvissuta alla malvagità del mostro, in questo capitolo regolerà i conti in sospeso. 

Il mostro, l'uomo mascherato, è scappato dall'ospedale psichiatrico in cui era rinchiuso per fare strage nella notte di Halloween. Michael, un essere che sembra uscito da una terribile fiaba nera, un personaggio che è entità necrofora sebbene duro a morire. L'orco Michael è una macchina spietata, una sorta di robot o di bambola assassina: inarrestabile, non si ferma davanti a nulla. Non pronuncia mai una parola, di lui sentiamo solo un rantolo. 

Laurie ha trasformato la sua casa in un bunker, all'interno anche una panic room allestita con una ricca dispensa e un arsenale. Tiratrice perfetta, si allena con costanza. Jamie Lee Curtis illumina lo schermo e alterna forza e vulnerabilità. Laurie Strode è una donna segnata dal passato, l'orrore di aver incontrato uno spietato omicida, e la voglia di riscatto. Il regista Gordon Green sa dosare bene la tensione, stempera il panico quando necessario ed è ciò che rende la pellicola avvincente. L'incipit, nell'ospedale psichiatrico, è da pelle d'oca. E anche i titoli di testa non sono da meno. Con le musiche (stile "Profondo rosso") di John Carpenter (anche produttore; e regista e sceneggiatore della pellicola del '78) e quella zucca arancione davvero inquietante...

La storia possiamo dire che celebra il girl power, tema attuale di questi tempi a Hollywood: nel film troviamo tre generazioni (una nonna, una madre, una figlia) di donne che lottano strenuamente per vincere il male. 

©micolgraziano 

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