"Febbre da cavallo" di Steno

 

"Febbre da cavallo"


Gigi Proietti (1940 - 2020) e un suo ruolo iconico, al cinema: Mandrake. È il '76 quando esce "Febbre da cavallo", dell'insuperabile Steno, maestro della commedia, che firma un'opera ormai divenuta cult sul mondo delle scommesse ippiche. Una storia fumettistica, "Febbre da cavallo", ambientata in una Roma, di scalcinati imbroglioni, dove le truffe impazzano. Pensiamo al personaggio del frivolo Mandrake, un simpatico cialtrone, mantenuto dalla fidanzata (una graziosa Catherine Spaak), disoccupato, all'occorrenza comparsa da strapazzo e modello. Mandrake, abile nell'arte d'arrangiarsi (marchio della comicità all'italiana, pensiamo a Totò e Sordi) e capace di architettare qualsiasi stratagemma pur di rastrellar quattrini. Mago del raggiro, Mandrake, che studia piani d'ogni sorta insieme ai suoi compari Pomata (Enrico Montesano) e Felice (interpretato da Francesco De Rosa esilarante caratterista, guardatelo nella parte di un venditore di bare in "Così parlò Bellavista" di De Crescenzo). Pomata, Mandrake e Felice: scommettitori incalliti e sfortunati coi debiti fino al collo che, come si dice a Roma, non c'hanno neanche 'l' occhi pe' piagne.  

Memorabile Mandrake, imbottito in una vaporosa pelliccia mentre in passerella sfodera sorrisi smaglianti. Da manuale poi la scena dello spot del whisky in cui Mandrake, vestito da vigile, è impegnato sul set di un carosello e deve pronunciare una semplice battuta: Whisky maschio senza rischio. E invece niente, in completa confusione, colleziona papere a raffica: fischio maschio senza raschio, vischio maschio senza fischio, rischio maschio senza whisky, teschio maschio senza fischio... 

"Febbre da cavallo" all'epoca venne accolto in maniera tiepida. Alcuni scrissero addirittura che non faceva ridere...

Il successo arrivò piano piano. Col tempo il film è diventato una pietra miliare. Amato e citato da tutti. Come il mitico, impareggiabile, Mandrake

©micolgraziano

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