BIOPIC ANNI CINQUANTA
Se amate il cinema americano, il pianoforte e le grandi storie d'amore, “Incantesimo” fa per voi. Tyrone Power e Kim Novak (curiosità: pare che i due non andassero d'accordo sul set) sono gli affascinanti protagonisti di questo elegante biopic musicale anni Cinquanta (notevole la fotografia) che ripercorre la vita e la carriera di uno dei più importanti pianisti degli anni Trenta e Quaranta, Eddy Duchin. “Incantesimo” è stato d’ispirazione per l’attore australiano Geoffrey Rush quando ha dovuto interpretare un altro genio del piano (David Helfgott) nel film “Shine”, ruolo che gli ha fatto vincere un Oscar come migliore attore protagonista. “Incantesimo” si svolge a New York dove arriva un giovane Duchin intenzionato a farsi largo nel mondo della musica. Un colpo di fortuna gli fa incontrare la bella e ricca Marjorie (Kim Novak) che lo aiuta ad inserirsi in una delle orchestre migliori della città. Duchin inizia a frequentare gli ambienti che contano. Tra Duchin e Marjorie scocca la scintilla. Le fasi dell’innamoramento sono raccontate con eleganza; memorabile la scena di loro due sotto la pioggia riparati da un ombrello rosso, immagine di indiscutibile potenza ripresa da Woody Allen nel recente “Un giorno di pioggia a New York”. L’amore tra Marjorie e Duchin s'interrompe tragicamente perché lei muore di parto. Il bambino, Peter, crescerà per un periodo lontano dal padre. In mezzo ci sono gli anni della guerra e il ritorno a casa di Duchin dal figlio che nel frattempo è stato con gli zii e una tata inglese. Duchin ricuce il rapporto con Peter e sposa la tata. Ma il destino si mette di traverso e Duchin morirà qualche tempo dopo, colpito da un male incurabile. Peter seguirà le orme del padre e diventerà musicista. Un appunto sulla scena finale: il regista opta per una soluzione ad effetto in tipico stile vecchia Hollywood.
©micolgraziano
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