"Interiors" di Woody Allen - Allen tra Bergman e Čechov

"Interiors"

 

Correva l’anno 1978. Woody Allen usciva nelle sale con un film decisamente diverso rispetto ai precedenti e per la prima volta non compariva in veste di attore. Abbandonata la commedia, il regista newyorkese esplorava il genere drammatico, ispirandosi ad autori a lui cari: Ingmar Bergman, Anton Čechov, Eugene O'Neill. “Interiors” è tra le opere migliori di Allen e la pellicola venne accolta bene dalla critica. Si aggiudicò cinque candidature all’Oscar, tra cui miglior sceneggiatura e miglior regia. Nella sua autobiografia "A proposito di niente",  Allen svela alcuni aneddoti deliziosi sulla lavorazione del film. Intanto confessa che dopo "Io e Annie" decise di cambiare registro perché non aveva più voglia di risate e comicità, poi ci racconta cosa accadde quando invitò nel suo attico due delle protagoniste, Geraldine Page e Maureen Stapleton, per provare il copione (prove che non aveva mai fatto e che da allora non fece mai più prima di girare) e discutere dei personaggi. All'epoca loro erano tra le migliori attrici in circolazione (Maureen Stapleton, la mia preferita, in questo film raggiunge risultanti strabilianti). L'incontro di lavoro però non diede gli esiti sperati perché sia la Page che la Stapleton finirono per ubriacarsi; la Page diventò di pessimo umore e la Stapleton iniziò a barcollare come (scrive Allen) Jack Norton (caratterista di Hollywood attivo negli anni Trenta e Quaranta, specializzato in ruoli di tipi che alzavano troppo il gomito). Al di là dei retroscena bizzarri, "Interiors" è una storia dolorosa, una tragedia familiare: la fine del matrimonio di una ricca coppia borghese di mezza età, l'uomo che si risposa (con una vedova esuberante appena conosciuta), la donna che si suicida, le figlie (dalle vite complesse) che non vanno d'accordo e che detestano la nuova compagna del padre additata come rozza e volgare. Il cast è formato da attori magnifici e troviamo di nuovo una delle muse di Allen: Diane Keaton. Il film si distingue, inoltre, per una particolarità: non ha colonna sonora. È stato girato in parte negli Hamptons e la splendida fotografia è opera di Gordon Willis (trilogia de "Il padrino"). Willis sul set pranzava con panini di liverwurst, hot dog, latte di malto e non si faceva mai mancare un bel numero di sigarette. Ai costumi troviamo il regista Joel Schumacher

©micolgraziano

Commenti