"La scala a chiocciola" (1946) - Un classico per gli amanti del brivido

 

George Brent in una scena del film "La scala a chiocciola"

Tuoni, lampi, una villa tetra, una scarpa che spunta nel buio. Lascia senza respiro, “La scala a chiocciola”, thriller sfumato di horror diretto da Robert Siodmak. Magnifica la fotografia in bianco e nero, ispirata all’espressionismo tedesco. Spaventosa la casa; camere immense, specchi, tappezzeria opprimente (guardate "Revenge"). La scala a chiocciola, come annuncia il titolo, non poteva mancare, e conduce in un luogo dal quale è meglio tenersi alla larga. Il cast è eccellente, con nomi di spicco del teatro. Per esempio: Ethel Barrymore, star del palcoscenico (a lei è intitolato un teatro a Broadway), per questo ruolo venne candidata all’Oscar, una parte non da protagonista ma essenziale per lo scioglimento della trama (di cui non svelerò i dettagli). E ancora: Dorothy McGuire e George Brent, entrambi eccellenti. Qual è la storia? Dirò soltanto che ruota attorno a un serial killer, ed è ambientata nel 1916. "La scala a chiocciola" ancora oggi fa saltare dalla poltrona (grazie a trovate artistiche geniali), soprattutto quando un occhio appare a tutto schermo. Una scena che verrà citata da Dario Argento in "Profondo rosso". Terrificante e fortemente simbolica l'immagine della spirale, che ritroveremo in "Vertigo" di Hitchcock. Insomma, un classico del brivido (c'è anche qualche episodio romantico per stemperare la tensione). Da non perdere, soprattutto se divorate libri gialli. Il film è appunto tratto dal romanzo di Ethel Lina White (autrice anche de “La signora scompare”). Curiosità: il film muto che si vede all’inizio è: "The Sands of Dee" accompagnato da un valzer di Chopin (op. 34, n.2 in La minore). Nella versione italiana, Gordon Oliver è doppiato da Alberto Sordi

©micolgraziano

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