"Talk Radio" (1988) di Oliver Stone

 

"Talk Radio"


“Talk Radio” è tratto da un testo teatrale di Eric Bogosian, attore, drammaturgo, e anche protagonista della pellicola di Stone. È uno dei film meno noti di Oliver Stone eppure si tratta di un'ottima pellicola che merita di essere riscoperta. I dialoghi sono densi, frenetici, gli interpreti eccellenti, nel cast c'è anche un carismatico Alec Baldwin. Superlativo è Bogosian la cui performance notevole ricorda attori come Dustin Hoffman (a proposito, guardatevi “Lenny”). Bogosian dà il massimo e nel monologo finale lascia il segno. “Talk Radio” è magnetico perché teso e spietato come un thriller. La vicenda si svolge, quasi interamente, all’interno dello studio dove va in onda lo show notturno di uno speaker anticonformista che si chiama Barry Champlain, un uomo che non ha peli sulla lingua e dice tutto quello che pensa. Lo stesso fanno i suoi ascoltatori. Champlin dà voce a tutti, la gente chiama in diretta, lui ascolta (i racconti sono spesso inquietanti) e tira le sue conclusioni. 

"Talk Radio"
Chi telefona a Champlin? Persone di ogni tipo e anche parecchi sbandati. La trasmissione è una sorta di confessionale, dove ognuno può dire quel che gli passa per la testa, può rendere pubblica la propria vita (una sorta di reality della prima ora) con annessi sproloqui e volgarità. Anche lui non si tiene e risponde di pancia, talvolta interrompendo bruscamente la conversazione. Ad un certo punto (momento ricco di suspense) si presenta in studio un ascoltatore a cui Champlin dà spazio in diretta, facendolo parlare a ruota libera. Champlin è coraggioso, si spinge oltre ogni limite, alcuni lo amano, altri lo odiano. E l'epilogo è tragico e sconvolgente. Oliver Stone ci racconta una storia cruda, di violenza, d'intolleranza. Un cinema duro, scottante e spietato. 

©micolgraziano

Commenti