"Buon Natale...buon Anno" (1989) di Luigi Comencini - Con una fantastica Virna Lisi

Virna Lisi


BUON NATALE...BUON ANNO
commedia pungente e fiabesca

Ispirata al romanzo omonimo di Pasquale Festa Campanile, questa commedia di Comencini riporta alla mente uno dei capolavori della Hollywood in bianco e nero: "Cupo tramonto" (1937). La trama è simile. Ma nel film di Leo McCarey prevale il pessimismo. Mentre in "Buon Natale...buon anno", nel finale, tutto si aggiusta proprio come in una fiaba romantica. 

Commedia apparentemente innocua. In apparenza perché, in verità, "Buon Natale...buon anno" è una commedia che graffia eccome. Se all’inizio i fatti possono sembrar scialbi non lo diventano affatto via via. Il personaggio di Gino (Michel Serrault, "Il vizietto"), da solo, in una Roma afosa e deserta, perde la testa e dismette i panni del nonnetto perbene. Protagonisti della storia due coniugi pensionati Gino ed Elvira (Virna Lisi), al verde e costretti ad abitare con le figlie. Gino a casa di una, Elvira a casa dell'altra. Virna Lisi è magnifica nella parte (ha vinto un Nastro d'argento). Le basta uno sguardo o un sorriso per ammaliare lo spettatore. Ma la sua Elvira è una donna sobria, accomodante e con i piedi ben piantati per terra. Disastri non ne combina. 

Virna Lisi
Il Pierino della situazione è, invece, l'imprevedibile e inquieto Gino. Gino, tutto pepe, che non sopporta di stare separato dalla sua adorata Elvira e ne escogita di tutti i colori: prima le propone incontri amorosi in albergo, e poi, per rastrellar quattrini, svaligia casa della figlia, fingendo un furto. Il caldo romano - e le tasche vuote - fanno perdere la ragione al vecchio Gino: la figlia e il genero lo lasciano senza una lira mentre loro se ne stanno in villeggiatura. Gli bloccano pure il telefono e lui non può comunicare con Elvira (che è in vacanza con l'altra figlia). Così Gino rintraccia un paio di ladri e vende loro elettrodomestici e argenteria. Con i bigliettoni rimediati, scappa in Sicilia, da sua moglie, Elvira. 

Virna Lisi
"Buon Natale...buon anno” è una commedia d'impianto classico. Al centro la famiglia (i contrasti con i figli, la pensione che non basta) e mescola dolce e amaro.  Gino è il personaggio chiave. Gino, il pazzo sognatore. Il finale è fiabesco: Gino ed Elvira, amanti della libertà, si sistemano in un faro, in Sicilia. Lì restano felici e beati. Lontani da figlie, generi e nipoti. Il soggetto è tratto dal romanzo omonimo di Pasquale Festa Campanile tuttavia salta subito alla memoria uno dei capolavori di Leo McCarey “Cupo tramonto” (1937) che narra di due coniugi sul lastrico sballottati qui e lì, tra i figli e l'ospizio, perché i due vecchietti non hanno denaro né casa. “Buon Natale...buon anno” è da vedere e, riguardarlo oggi, riporta anche indietro nel tempo in un'Italia, e in una Roma, che ormai non ci sono più. 

Curiosità: una giovanissima Francesca Neri appare, pochi istanti, su un autobus, in una breve, e drammatica, scena. 

"Buon Natale...buon anno" è disponibile al momento su "Prime Video"

©micolgraziano

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