DUSTIN HOFFMAN IN UN FILM INTRAMONTABILE
"Tootsie", nella lista delle migliori commedie americane di sempre, ebbe dieci nomination agli Oscar, aggiudicandosi la statuetta nella categoria migliore attrice non protagonista, andata a Jessica Lange. Era il 1982 quando uscì questo film, diretto da Sydney Pollack: sceneggiatura originale, interprete principale Dustin Hoffman. Siamo a New York. La storia è quella di Michael, attore di Broadway, con un pessimo carattere, squattrinato e senza ingaggi che, stanco di porte in faccia, tenta la carta estrema: fingersi donna per lavorare. Il piano coglie nel segno e Michael - che fa credere a tutti di essere un'attrice di nome Dorothy - viene scritturato in una serie televisiva. Il programma conquista subito il pubblico, e Michael/Dorothy diventa una star. Nessuno sospetta che Dorothy sia, in realtà, un uomo..."TOOTSIE", IL CAMBIO DI IDENTITÀ
Il tema del travestimento, caro al genere della commedia, è ricorrente al cinema, dalle gag di Stanlio & Ollio, a pellicole come "A qualcuno piace caldo", dall' indimenticabile "Mrs. Doubtfire", tratto da un romanzo inglese per ragazzi, a "Victor Victoria" di Blake Edwards, con Julie Andrews, nel ruolo di una donna che si finge un uomo travestito da donna...E pensiamo anche a "Shakespeare in Love" dove Gwyneth Paltrow è Viola, giovane attrice che si finge uomo per poter recitare in teatro.
"TOOTSIE", GRANDE PROVA D'ATTORE
"Tootsie" è un film godibilissimo - si ride, eppure il film è più vicino al dramma che alla farsa - e Dustin Hoffman si mostra in stato di grazia: rivelò di essere talmente entrato nella parte che un giorno scoppiò in lacrime perché realizzò che, nella vita reale, fino ad allora, aveva avuto atteggiamenti sessisti nei confronti delle donne. Il personaggio di Dorothy lo portò a riflettere su se stesso e a smontare pregiudizi. Ecco perché Hoffman non ha mai considerato "Tootsie" una commedia, bensì un film molto, molto serio.
"TOOTSIE", L'OCCASIONE GIUSTA
Hoffman, allora, era reduce dal grande successo di "Kramer contro Kramer", per il quale vinse l'Oscar nel 1980. In quel film, era un padre divorziato che si prendeva cura del figlio di sette anni - facendogli da padre e da madre -, e proprio in quel periodo, pensò che in futuro avrebbe voluto interpretare, contemporaneamente, un uomo e una donna. La chance arrivò proprio, e quasi subito, con "Tootsie".
"TOOTSIE", ISPIRAZIONI
Per questo ruolo, Dustin Hoffman s'ispirò a sua madre (che aveva pure un cagnolino di nome Tootsie) e guardò più volte "Il vizietto" di Édouard Molinaro, celebre pellicola del 1978, con Ugo Tognazzi. Inoltre i produttori di "Tootsie" avevano assunto l'attrice portoricana Holly Woodlawn, transgender, per dare consigli a Dustin Hoffman su come muoversi e comportarsi per sembrare davvero una donna. Hoffman, poi, per essere più credibile nelle vesti di Dorothy, oltre a truccarsi, si depilò gambe, braccia e dita.
©micolgraziano
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