"La diseducazione di Cameron Post" (2018)

Chloë Grace Moretz

 

Tratto dal romanzo omonimo dell'americana Emily M. Danforth, "La diseducazione di Cameron Post" ha vinto il Gran Premio della Giuria al Sundance del 2018, consacrando la protagonista Chloë Grace Moretz ("Hugo Cabret", "Sils Maria") come una delle migliori giovani attrici del cinema USA contemporaneo. In Italia il libro è pubblicato da Rizzoli.

La regista Desiree Akhavan (classe '84), newyorkese di origini iraniane, è una delle voci più interessanti della scena indipendente americana. I suoi film sono sinceri e potenti. Una voce personale, la sua, che s'ispira a Woody Allen, Noah Baumbach e Todd Solondz. 

Dopo il lungometraggio d'esordio "Appropriate Behavior" (2014), con "La diseducazione di Cameron Post"Akhavan torna a parlare di sessualità e l'occasione le arriva dal libro della Danforth che Akhavan legge già nel 2011, rimanendone molto colpita:"Mi ha commosso il modo in cui parlava del passaggio all'età adulta, senza essere predicatorio o affettato".

La vicenda è ambienta negli anni Novanta, in una cittadina del Montana. Protagonista è Cameron (una bravissima Chloë Grace Moretz), un'adolescente innamorata della sua migliore amica. Una sera, al ballo della scuola, le due vengono sorprese mentre fanno l'amore in auto. L'episodio suscita scandalo e l'ultra cattolica zia di Cameron (la ragazza è orfana) la manda in un centro religioso dove viene obbligata a terapie riparative. I ragazzi del centro, tutti adolescenti, subiscono violenze psicologiche e vengono spinti ad odiare se stessi. E allora Cameron, per salvarsi, organizza una fuga dall'istituto, insieme ad altri due compagni. 

Sullo stesso argomento vi consiglio anche "Boy Erased" (2018) con Nicole Kidman, Russell Crowe e Lucas Hedges, un film basato sull'autobiografia dello scrittore e attivista Garrard Conley.

©micolgraziano

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