"Downton Abbey II", per una serata relax
(citazioni di Hitchcock e di classici come "Cantando sotto la pioggia")
"DOWNTON ABBEY II", IL SECONDO FILM
"Downton Abbey II - Una nuova era", regia di Simon Curtis: secondo lungometraggio tratto dalla celebre, amatissima, serie televisiva inglese (numeri da record), andata in onda dal 2010 al 2015. L'ideatore della serie è il premio Oscar Julian Fellowes (Academy Award per la sceneggiatura di "Gosford Park", diretto da Robert Altman). Fellowes (autore inoltre del bestseller "Snob") ha scritto il copione di questa nuova pellicola, nata con un obiettivo preciso: intrattenere. "Voglio che la gente guardi Downton Abbey - ha detto Fellowes - e se lo goda. Lo scopo del film è regalare al pubblico una bella serata".
"DOWNTON ABBEY II", TRAMA
Siamo nel 1928. Atmosfera sognante. Il film è luminoso, elegante, garbato. Riprese aeree e scenografie regali. La scrittura è raffinata, i dialoghi forbiti. Però: se desiderate emozioni forti che fanno sobbalzare dalla poltrona, con gli occhi sbarrati, se volete ridere a crepapelle o piangere a dirotto, questo non è il film giusto. La storia è corale. La natura narrativa è multipla: le vicende dei domestici si intrecciano a quelle dell'aristocratica famiglia Crawley. Duplici anche i luoghi dell'azione: l'Inghilterra, ovviamente, e poi la Francia, con gli ameni paesaggi del sud e le splendide spiagge. Perché la Contessa madre Violet (Maggie Smith) scopre di aver ricevuto in eredità una splendida villa in Costa Azzurra da un ammiratore di gioventù. Parte della famiglia, quindi, si recherà lì per occuparsi delle questioni burocratiche riguardanti il lascito. Nel frattempo, a Downton sbarca Hollywood. Una produzione chiede di poter girare un lungometraggio all'interno della tenuta. I Crawley accettano seppur con riserva (il cinematografo non li appassiona, lo considerano "terra terra", né tantomeno sopportano gli attori). Dicono di sì solo per guadagnare un po' di soldi utili a ristrutturare la casa che in certi punti cade a pezzi. Sarà Lady Mary a seguire da vicino giornalmente le riprese. Verrà anche coinvolta in prima persona: le verrà chiesto di doppiare la diva protagonista. Sì, perché siamo sul finire del 1928 quando il muto sta per lasciare il passo al sonoro. All'epoca, davvero, gli attori non erano preparati, alcuni non sapevano modulare la voce; non erano in grado di trovare il tono giusto. "Downton Abbey II - Una nuova era" è un tributo ad Hollywood. La sceneggiatura strizza l'occhio a pellicole leggendarie come "Cantando sotto la pioggia" ma fa riferimento anche a fatti realmente accaduti. Il richiamo è ad Alfred Hitchcock e al suo "Ricatto" (1929) primo film inglese sonoro. Ma inizialmente era stato concepito muto. Dunque, sono vari gli elementi di fascino di "Downton Abbey II" che possiamo definire una lettera d'amore "alla fabbrica dei sogni" e, ovviamente, un gentile affresco della nobiltà inglese.
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