"Incantesimo napoletano" (2002) di Genovese e Miniero - Surreale dramma familiare

 

Paolo Genovese

INCANTESIMO NAPOLETANO 
palcoscenico e tragicommedia

Nel capolavoro di Steno, “Un americano a Roma" (1954), l'indimenticabile Nando (Alberto Sordi), giovanotto romano (anzi romanissimo), fa di tutto per sembrare americano. Inevitabilmente, il suo modo goffo e sopra le righe, lo rende un marziano. Qualcosa del genere accade alla piccola Assuntina, in questa arguta tragicommedia scritta e diretta da Paolo Genovese ("Perfetti sconosciuti") e Luca Miniero ("Benvenuti al Sud"): Assuntina nasce a Napoli, da genitori che più campani non si può. Però lei, non si sa come né perché, parla milanese, fin dalla tenera età. La prima parola, da piccolissima, è mami e non mammà. Assuntina è figlia di un pescatore (Gianni Ferreri) e di una casalinga (Marina Confalone, attrice straordinaria). La coppia soffre da morire, non accetta d'aver una figlia così strana. Soprattutto lui, che si vergogna d'essere il padre di una ragazzina tanto particolare. Assuntina, infatti, non solo si esprime in milanese ma odia pure la pastiera, il babà, l’impepata di cozze, la sfogliatella e, addirittura..., la salsa di pomodoro

Paolo Genovese
Assuntina col suo comportamento atipico si attira l'odio degli zii perché: ha osato sputare il ragù. Un affronto vero e proprio. La bambina adora, invece, il risotto e il panettone. In più: da grande, Assuntina, sogna di aprire una fabbrichetta. Non vuole vendere polpi e alici come il genitore. Assuntina è lo zimbello del quartiere. La gente la chiama Cotoletta. Confezionato come una commedia, il film, a ben vedere, è drammatico: al padre viene un esaurimento nervoso, la ragazzina cresce segregata in casa (niente scuola), non mette mai il naso fuori, eccetto rari casi: una specie di battesimo laico nel mare di Napoli (lo scopo: modificare per sempre la natura nordica...) e un viaggio dagli zii a Torre Annunziata. Assuntina è lo scuorno, la vergogna di mamma e papà. E, a un certo punto, la mandano via di casa.

Marina Confalone
"Incantesimo napoletano" possiamo definirlo un racconto onirico e funesto. La compagnia di attori è di alto livello. Spicca Marina Confalone (premiata col David) che dà spessore al personaggio: una donna vittima di un marito ottuso e autoritario. Significativo un monologo in cui la donna, parlando con Dio, piange per la sua triste condizione di moglie sottomessa. 

©micolgraziano

"Incantesimo napoletano" è disponibile su "Prime Video" 

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