"Elle" di Paul Verhoeven

 

Isabelle Huppert in "Elle"


CORAGGIOSO E SCONVOLGENTE

Tratto dal romanzo "Oh..." (in Italia pubblicato da "Voland") dello scrittore francese Philippe Dijan, autore anticonformista. E fuori dagli schemi è anche il regista Paul Verhoeven che ha diretto film passati alla storia come "RoboCop", "Atto di forza", "Basic Instinct". "Elle" ha ricevuto il plauso della critica internazionale e numerosi riconoscimenti. La protagonista è una Isabelle Huppert semplicemente sublime che si è aggiudicata una candidatura all'Oscar. 


"Ai pazzi sono abituata.
È la mia specialità"
("Elle")


Isabelle Huppert è un’attrice impavida. Interpreta personaggi complessi, spigolosi, disturbanti. Che imbarazzano le platee puritane. Pensiamo a Erika de “La pianista”: algida, invidiosa, una borghese dalla doppia vita che ama essere picchiata a sangue e spia le coppiette che fanno sesso. Oppure la Michèle di “Elle”: affascinante, ricca, di successo ma con diversi scheletri nell’armadio. Michèle è figlia di un serial killer. Intrattiene ambigue relazioni con uomini violenti. È cacciatrice e preda. Incline ai rapporti sadomaso. Come se non bastasse va a letto col marito della sua migliore amica e socia in affari che, tra l’altro, è anche attratta fisicamente da lei (e mai si aspetterebbe di essere pugnalata alle spalle). La storia di “Elle” è sconcertante. Rompe ogni regola morale. Certo Isabelle Huppert non cerca la simpatia del pubblico. Ed è proprio l’audacia (unita a una bravura senza pari) che la rende una delle migliori attrici viventi: un’interprete unica che non ha paura di scavare nei meandri bui dell’animo umano. La verità è anche la cifra stilistica di un regista come l’olandese Paul Verhoeven che non si lascia frenare dai tabù e nelle sue opere racconta la vita in tutta la sua crudezza. Verhoeven, infatti, subisce l'influenza della grande pittura della sua terra: Bosch, Bruegel, Rembrandt. “Elle” non ha trovato finanziamenti negli Stati Uniti e Verhoeven lo ha girato in Francia. Anche se la sceneggiatura è stata scritta dall’americano David Birke (“Slender Man”). Diverse attrici di Hollywood hanno rifiutato la parte di Michèle, tra queste: Nicole Kidman, Julianne Moore, Sharon Stone. Il personaggio di Michèle lascia di stucco: è una vittima ma non si piange addosso e affronta il suo dramma con distacco e ironia. Si sente la mano di Verhoeven che è legato anche al mondo del fumetto e del grottesco, non a caso Michèle è a capo di una società di videogiochi. “Elle” è un film spiazzante. Va al di là di ogni genere: thriller, noir, commedia. Perché come dice il regista: la vita non può essere suddivisa in generi. Il suo è un cinema libero. Che resta nella memoria. 

©micolgraziano

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