"Cobra" di George P. Cosmatos

 

Sylvester Stallone

Un poliziesco cupo (i primi minuti sono proprio inquietanti), con qualche tocco fumettistico soprattutto nella rappresentazione del protagonista eroe interpretato da un granitico Sylvester Stallone, all’epoca all’apice del successo (Rocky e Rambo andavano fortissimo). Un film in perfetto stile anni Ottanta, “Cobra”, duro al punto che tante scene vennero eliminate dalla versione originale perché troppo violente. La pellicola comunque è passata alla storia, amata dagli appassionati di thriller e crime movie. Tra i fan illustri c’è il regista Nicolas Winding Refn che nel suo “Drive” ha reso omaggio a Cobra mettendo uno stecchino in bocca al protagonista interpretato da Ryan Gosling. Eh già, perché Sylvester Stallone in “Cobra” veste i panni di un agente speciale, un omone invincibile, capace di annientare un esercito di pericolosissimi killer completamente da solo. Questo agente si chiama Cobretti (da qui il diminutivo Cobra) e oltre a portare occhiali da sole, jeans, guanti neri, dei cappottoni lunghi (come si vedevano in "A Better Tomorrow") ha sempre un fiammifero tra i denti. E, ovviamente, non sorride quasi mai. Anche se non è privo d’ironia (e le sue battute taglienti lo dimostrano). Compito di Cobra sarà mettere in salvo una donna in pericolo di vita, una modella interpretata da una strepitosa Brigitte Nielsen, che ai tempi era una vera e propria icona. Lei e Stallone si sposarono nel 1985. Quanto al film, di scene memorabili ce ne sono eccome, ho già detto dell’incipit ma da brivido sono i cattivi della storia che sembrano usciti da un racconto dell’orrore. Il finale è rocambolesco con combattimenti tra le fiamme. Imperdibile, insomma, per chi apprezza un certo tipo di cinema che oggi non si vede più. "Cobra" lo trovate al momento su Netflix

©micolgraziano

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