Come nel classico hollywoodiano “Ho sognato un angelo”, "The Starling" parla di un lutto: la perdita di un figlio. Lui, il marito, Jack, non ha superato il trauma (la morte della sua bambina) ed è finito in un ospedale psichiatrico. Lei, la moglie, Lilly, seppur sofferente, cerca di restare a galla. Lavora in un supermercato, ma ha la testa da un'altra parte; è sbadata, maldestra e spesso il capo la manda via. Accade, ad esempio, un giorno quando Lilly incolla prezzi folli sulla merce (tutto sottocosto). Jack e Lilly hanno una grande e bella casa. In un posto tranquillo. Con tanto verde intorno. Un giardino che, a seguito della tragedia, è stato trascurato. Così Lilly per tirarsi su inizia a estirpare le erbacce. A coltivare. Con dei risultati incoraggianti. Ma tra quelle piante c’è anche una presenza fastidiosa, uno storno che quando la vede plana in picchiata. L’attacca. Tanto che lei è costretta a potare le piante con un grosso casco in testa. L’uccello ha fatto il nido sull’albero del giardino e lo protegge caparbio. Questo storno, piccolo esserino, le dà parecchio da fare. Lilly deve medicarsi le ferite (reali e metaforiche). Deve studiare modi per non farsi beccare. Lo storno aggressivo sembra uscito da un film di Hitchcock. Melissa McCarthy è un'attrice comica straordinaria. Qui però il tono è diverso. Intimo. Malinconico. "The Starling" è un film sul dolore. Ci parla di crisi di coppia. Di elaborazione del lutto. Una storia sulla maternità perduta. Come “Pieces of a woman”. Anche in quel caso la natura dava consolazione alla protagonista (che inizia a raccogliere semi di mela). Lilly invece coltiva il suo giardino, simbolo di rinascita. Se avete amato film come "Cake" vi piacerà anche "The Starling". Luminosa e bella è la fotografia . E c'è tanta musica. "The Starling" lo trovate su Netflix. Il regista è Theodore Melfi che aveva già lavorato con la McCarthy in St.Vincent .
©micolgraziano
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